Di Fabio Massa

Non ho alcuna simpatia per Piero Fassino. Lo intervistai, io giovanissimo, quando era segretario dei Ds. Alla fine dell’intervista pubblica non mi diede nemmeno la mano, algido e sprezzante in ogni suo poro. Dunque, non ho alcuna ragione di dubitare che sì, abbia magari detto ai commessi dell’aeroporto “non sa chi sono io”. Premesso tutto questo, scatta in me l’umana comprensione quando vengo a sapere che è affetto da cleptomania, e comunque che è vittima di una gogna mediatica fatta di meme, sfottò, rovina completa della reputazione pubblica e privata. Provate a ragionare su quel che vuol dire. Non essere giudicati più per quel che si è, o si è stati, sulle proprie idee politiche, sulle proprie proposte, anche sulle proprie caratteristiche fisiche, o sulla propria educazione o maleducazione (nel caso che mi riguarda, maleducazione pura), o sulla propria umiltà o spocchia. Insomma, essere giudicati su quello che siamo, impasto di buono e malvagio, bello e brutto. No, Fassino è sulla croce per una sua debolezza. Fassino è sulla croce in ossequio al detto che tutti i politici sono ladri, e quando lo sono in modo incolpevole, come in questo caso, diventano automaticamente colpevoli. E’ una figura di merda, quella di Fassino? Sì, assolutamente. Fa ridere che una persona mentre cammina metta male un piede e finisca con la faccia contro un palo, tipo film comico? Sì. E se quella persona fosse affetta da disabilità rideremmo? Forse no. Ecco, forse della figura di merda di Fassino non bisognerebbe ridere, almeno in questo caso. Detto questo, la mia simpatia per lui è immutata, e dunque assente.

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