L’inquinamento di Milano, Selvaggia Lucarelli e Carlo Tognoli

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Di Fabio Massa
Sì, Selvaggia Lucarelli ha ragione pure quando ha torto. Lei esiste perché noi giornalisti non facciamo il nostro mestiere. Pure sulla ristoratrice, come in mille altri casi. E’ l’assenza del giornalismo che giustifica e nobilita la presenza di Selvaggia Lucarelli. L’ultimo caso sulla qualità dell’aria è emblematico. Lei dichiara che c’è un indice per il quale Milano è la terza città più inquinata al mondo. Bene. Qualcuno si mette a guardare se questo indice è credibile e soprattutto se collima con i dati di Arpa Lombardia? Assolutamente no. La Lucarelli ha torto, ma ha ragione perché nessuno controlla e tutti pubblicano. E vanno dietro come pecore: foto dal satellite, indici strani, interviste. Stiamo dicendo che l’aria di Milano è pulita? No. Personalmente non penso neppure che ci siano stati grossi miglioramenti non legati alle precipitazioni annue (in soldoni: più piove meno inquinamento c’è. L’annata storta di siccità è un’annata di camera a gas), ma è un dettaglio. L’aria di Milano non è buona, e bisognerebbe iniziare a pensare che finché Milano non tornerà ad avere un ragionamento metropolitano e non solo cittadino, fin quando non porterà le metropolitane all’anello della tangenziale, così come si dice da decine di anni, un vero cambiamento nella mobilità e quindi nelle emissioni non ci sarà. Se Milano decide il blocco del traffico e Sesto San Giovanni o Rozzano, o San Donato, rispondono picche, che senso ha bloccare? Ma la domanda è: perché i comuni limitrofi rispondono picche, e rispondono picche da sempre, anche quando i colori politici sono gli stessi? Rispondono picche perché Milano non si è mai sognata di coinvolgere i comuni limitrofi in una strategia comune. Purtroppo quel ragionamento è stato accantonato dai tempi di Tognoli o giù di lì.
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