Treni (ancora) in ritardo ma non “scatta” il rimborso ai pendolari lombardi

Il nuovo sistema di indennizzo che sostituisce il "vecchio" bonus prevede una soglia più alta per definire un treno in ritardo (da 5 passa a 15 minuti). Astuti (PD): "Regione risparmia sulla pelle di chi viaggia". Intanto i pendolari lanciano una petizione su Change.org

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Sarebbero state 20 su 40 le direttrici che avrebbero beneficiato del bonus del 30% che fino al mese scorso veniva applicato in automatico quando si comprava o rinnovava un abbonamento di Trenord. Invece ad Aprile grazie all’entrata in vigore dei nuovi indennizzi voluti da Regione Lombardia che sostituiscono il “vecchio” bonus, saranno solo 3 le linee ferroviarie a cui verrà riconosciuto un rimborso. Questo è possibile perché nelle Condizioni di Servizio del Trasporto, modificate dalla Regione, ora i treni sono considerati in ritardo se questo è superiore ai 15 minuti (prima era di 5), inoltre l’automatismo che scontava il 30% sull’abbonamento mensile o il 10% sull’annuale è stato cancellato. Ora sarà compito dell’utente finale richiedere a Trenord l’indennizzo tramite un form online o in alternativa in biglietteria o addirittura mandare una richiesta via posta ordinaria. A denunciare questa situazione, con numeri alla mano, è il Consigliere del Partito Democratico Simone Astuti. “Che il nuovo tipo di rimborso elargito da Trenord ai pendolari che subiscono ritardi e soppressioni fosse una vera beffa lo avevamo già detto: non solo non è più automatico e deve essere richiesto dall’utente attraverso una procedura molto più complessa, ma cambia anche il calcolo dei disservizi e diventa molto più difficile ottenerlo” ha sottolineato Astuti, aggiungendo che “con questa operazione si fanno risparmiare quattrini all’azienda regionale sulla pelle dei poveracci che ogni giorno devono prendere il treno per lavoro o per studio e che si sentono presi in giro ripetutamente. Una operazione che non incentiverà certo il trasporto ferroviario lombardo, anzi“. Guardando i numeri portati come esempio si vedono situazioni veramente assurde tra le quali la Luino-Gallarate-Milano che, con 881 treni programmati, ha subito 55 ritardi e 23 soppressioni, raggiungendo l’8,85% di treni “irregolari”. La linea P.to Ceresio-Varese-Gallarate-Milano, con 1.141 treni programmati, ha collezionato 59 ritardi superiori ai 15 minuti e 6 soppressioni, raggiungendo il 5,70% di disservizi (situazione simile alla Milano-Gallarate-Domodossola, 5,76% di treni irregolari). Peggio fa la S5 – “il Passante” – con il 6% di irregolarità, un disagio per chi abita nell’Alto Milanese, nelle popolose cittadine di Parabiago, Vanzago, Canegrate. La performance della linea Laveno-Varese-Saronno-Milano che si attesta all’8,70%: su 2.437 treni programmati, ha subito 166 ritardi e 46 soppressioni. Tra Basso Varesotto e Alto Milanese 5,94% dei treni irregolari anche sulla linea Milano-Saronno-Novara (che serve anche Busto Arsizio, Vanzaghello, Castano Primo e Turbigo) mentre migliore – 4% – è la situazione dei treni Milano-Malpensa, che servono anche cittadine come Ferno-Lonate Pozzolo o Rescaldina.

I dati del servizio Trenord a Gennaio 2024.

Intanto i rappresentanti dei pendolari si sono con una iniziativa specifica, una petizione (lanciata da Raffaele Specchia e pubblicata su change.org) che chiede di “rimodulare il nuovo indennizzo rivedendo le condizioni, ma anche rendendo la misura realmente fruibile anche per gli abbonamenti integrati IVOL, IVOP e STIBM in base al concetto di tratta abitualmente frequentata, per una maggiore equità e rispetto di chi paga un servizio. Una delle criticità sollevate dai pendolari e dai viaggiatori frequenti era infatti l’esclusione di alcune forme di abbonamento – come quello “flat” Io Viaggio Ovunque in Lombardia – ma anche i limiti di calcolo legati alla tariffa suburbana integrata Stibm”.

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