Un flash mob, presidi e biciclettate per dire “Stop al Codice della Strage”.  Le manifestazioni sono organizzate a Milano e in altre città d’Italia dalle associazioni familiari delle vittime sulla strada e altre associazioni della piattaforma #città30subito contro il nuovo Codice della Strada voluto dal Ministro Salvini e in discussione in Parlamento, che, dicono i manifestanti, riporterà indietro l’Italia di 40 anni dal punto di vista della sicurezza stradale e della mobilità sostenibile e la allontanerà ancora di più dagli altri Paesi europei dove i livelli di mortalità per incidenti stradali e per inquinamento sono già inferiori a quelli italiani.
“La riforma viene proposta ‘per salvare vite in strada’ – scrive in un comunicato la Fiab (Federazione italiana ambiente e bicicletta), che aderisce alla piattaforma -, ma nella sostanza prefigura il persistere della strage. Infatti, limita pesantemente l’autonomia di azione delle amministrazioni comunali, attacca e depotenzia Ztl, aree pedonali, sosta regolamentata, controlli elettronici e mobilità ciclistica”. “Il nuovo codice della Strada, in discussione alla Camera, è un grande passo indietro per l’Italia, che ha uno dei tassi più alti in Europa per numero di vittime della violenza stradale – dichiara Marco Scarponi, fratello di Michele, ciclista ucciso dalla nel 2017 e presidente della Fondazione Scarponi -. In questo Paese non si parla mai di sicurezza stradale, solo se ci tocca una tragedia da vicino ci rendiamo conto di questo enorme problema. È un fatto storico e importante che tante persone chiedano strade sicure per tutti e tutte: per chi si muove a piedi o in bici, ma anche per chi è al volante”.

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