Il futuro di Sala tra socialisti, verdi e centro moderato: tutti sogni che svaniscono all’alba

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Di Fabio Massa

Giuseppe Sala pare avere le idee ben chiare, anzi chiarissime, sul suo futuro. Di fatto, nel giro di una settimana, dice tutto. La prima cosa: finisco il mio mandato. E’ vero, l’aveva già detto varie volte, ma questa pare davvero più convinta. Anche perché fa il paio con una nuova strategia social e anche – pare – con nuovi consulenti su questa peculiare attività. La seconda cosa: non sono del Pd, ma indipendente. Anche questa è cosa nota. Non si è mai voluto iscrivere ai Dem, che però l’hanno supportato in tutto il suo percorso. Diciamo pure che senza Pietro Bussolati, Silvia Roggiani eccetera non avrebbe proprio potuto essere eletto, la prima volta. La seconda è andata in carrozza, un po’ per meriti suoi e un po’ per demerito degli avversari, ma è storia nota. La terza cosa che dice – e qui cominciano le notizie – è che non tornerà nel settore privato. Quindi, vuole rimanere in politica. Avrebbe anche potuto scegliere altrimenti, e in molti se lo sarebbero aspettato. Non tanto per la sua attitudine, quanto per le condizioni in cui versa la politica del centrosinistra oggi. Altra notizia: pensa che serva un contenitore di centro, esattamente come ieri pensava che servisse un soggetto socialista in senso europeo, esattamente come pensava che servisse un soggetto verde non respingente e ideologico. Tutte cose giuste, bisogni che rimangono là, come i sogni che svaniscono al mattino. Nella realtà i socialisti non sono mai più rinati, in Italia. Nella realtà i Verdi, anche a Milano, sono un gruppo di respingenti esponenti che – salvo rari casi – sono in maggioranza solo per definizione perché invece sono chiaramente all’opposizione di Sala. Socialisti, Verdi, centro. In Italia le cose che si dovrebbero fare, e si dovrebbero avere, rimangono condizionali. Le ultime vere novità politiche, se ci pensiamo davvero, sono stati la nascita del Movimento 5 Stelle, e – prima – del Partito Democratico, con gestazioni di anni. Difficile pensare a uno scatto della politica quando il fondo è una palude che tutto

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