“Il nostro tessuto imprenditoriale, reduce dalla pandemia, si trova oggi a fronteggiare l’impatto della guerra, una sciagura che produce conseguenze economiche pesanti per l’Europa e, ancor più, per l’Italia. Il conflitto, d’altra parte, ha accelerato fenomeni che avevamo iniziato a subire già lo scorso anno: i rincari di materie prime, semilavorati e componenti; la dilatazione dei tempi di consegna e le difficoltà di approvvigionamento; il balzo dei prezzi energetici; l’impennata dei noli marittimi e i colli di bottiglia nella rete logistica. Cominciamo, inoltre, a rilevare una riduzione nel tasso di crescita degli ordini e siamo prossimi a una stretta sui tassi d’interesse. Con l’avvento del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, come classe dirigente del Paese, adesso abbiamo il dovere di pensare, responsabilmente, a quei 5,8 milioni di giovani italiani che oggi hanno tra i 15 e i 24 anni e che nel 2058 avranno tra i 51 e i 60: saranno loro a ripagare i debiti che abbiamo contratto per questo sforzo straordinario. Di questi giovani, ben un milione si trova in Lombardia e 466.000 tra Milano, Monza e Brianza, Lodi e Pavia”. Così Alessandro Spada, presidente di Assolombarda, durante il suo discorso in occasione dell’Assemblea Generale a Mind.

“Tengo a sottolineare che il problema dell’energia tocca, in modo particolare, la Lombardia. Consumiamo oltre il 25% dell’energia elettrica nazionale e circa il 20% del gas naturale. Qui, del resto, c’è il cuore dell’industria italiana e ci sono, inevitabilmente, i maggiori consumi di energia. La nostra regione, in virtù di questo profilo economico, ha esigenze specifiche. Eppure, oggi, il prezzo unico è quasi 5 volte quello di inizio 2020. Da qui a luglio è, così, a rischio la produzione di un’impresa del territorio su quattro ed entro un anno la produzione di più della metà delle aziende. La crisi in Ucraina ha fatto esplodere un problema che in realtà esisteva da tempo – ha anche detto Spada – in Italia è sempre mancata una politica energetica. E pensare che proprio Milano, su questi temi, è stata pioniera: in via Santa Radegonda è stata costruita la prima centrale elettrica dell’Europa; penso anche al visionario Enrico Mattei, che ‘disegnava’ la politica energetica del Paese dal suo quartier generale di San Donato Milanese. Eravamo avanguardia, oggi invece ci troviamo in balia delle scelte di regimi autocratici, come quello di Mosca. Le cause sono note: gli interessi di breve termine hanno prevalso sullo sguardo di lungo periodo; la politica si è ridotta a puro consenso ed è caduta ostaggio dei comitati del ‘No’, lasciando campo libero a una burocrazia che sembra costruita con il solo scopo di frenare ogni spinta. Eppure, è dimostrato che l’Italia riesce a concludere le opere necessarie quando la politica vuole raggiungere il risultato: penso al gasdotto Tap, per esempio. È dunque ora che essa torni a compiere quelle scelte strategiche che le competono e ad assumersi pienamente le responsabilità. Ascoltando tutti, certamente, ma senza paralizzarsi di fronte ai vari ‘no nucleare’, ‘no rigassificatori’, ‘no termovalorizzatori’. Così non si va da nessuna parte”.

“Milano è in marcia verso la città della conoscenza, snodo di reti e flussi, di intelligenze e saperi, aperta alla vita futura, modello di trasformazione. La sua area metropolitana deve divenire una realtà capace di sfruttare, come sistema, le leve della rivoluzione ecologica e digitale. Eppure, la riforma delle autonomie è ancora incompleta e non consente, oggi, al territorio di pianificare lo sviluppo verso una ‘dimensione metropolitana’. È necessario, dunque, agire in una questa direzione con un provvedimento speciale che consenta al territorio di continuare a essere locomotiva del Paese e proiezione internazionale dell’Italia. Ma c’è un altro capitolo che va completato – ha proseguito Spadal’autonomia regionale differenziata. Oggi, il sistema delle regioni può fare un salto di qualità ottenendo responsabilità più dirette in molte aree decisive per la crescita del Paese. L’auspicio è che la proposta avanzata dalla Ministra Gelmini, d’intesa con le Regioni, venga rapidamente approvata dalle Camere, superando le spinte al ribasso, destinate a farla naufragare”.

“Il 2022 è per l’Italia un anno fondamentale per le opere previste nell’ambito delle Olimpiadi invernali Milano-Cortina 2026. La sfida per tutte le istituzioni coinvolte è quella di riuscire a pubblicare i bandi di gara entro quest’anno in modo da aprire i cantieri nel 2023. Non si possono ripetere intollerabili episodi di lentezza burocratica come quello, ad esempio, della ferrovia Milano-Gallarate – ha proseguito Spada -. Potrei citare anche la Pedemontana, un’opera le cui origini risalgono ormai a oltre mezzo secolo fa, fondamentale per l’intera Brianza e per la Lombardia. Eppure, sembra che alcune amministrazioni vogliano ridiscuterne per l’ennesima volta il tracciato. Occorre ricordare che per realizzare la prima galleria ferroviaria che collegava la Pianura Padana con Genova, i cui lavori ebbero inizio nel 1845, furono sufficienti solo 8 anni; per il Secondo Valico dei Giovi, realizzato tra il 1882 e il 1889, appena 7. Per il Terzo Valico, di cui si è cominciato a parlare negli anni ‘70, le ultime previsioni ci dicono che questa fondamentale infrastruttura sarà pronta solo nel 2025, cioè 29 anni dopo il primo colpo di piccone avvenuto nel 1996. Mi chiedo, in quest’ottica, cosa sia successo in questi anni in cui, comunque, i nostri territori hanno sempre dimostrato capacità di eccellere in ogni campo con risultati straordinari e universalmente riconosciuti. Ancora oggi, peraltro, l’intero tessuto produttivo continua instancabilmente ad andare avanti generando lavoro e ricchezza, nonostante sia penalizzato rispetto ad altre aree europee. Occorre agire subito: regole chiare e tempi certi”.

Nel corso dell’Assemblea, aperta dai saluti di Igor De Biasio, AD Arexpo, e Stefano Minini, Project Director Mind, sono intervenuti anche Carlo Bonomi, Presidente di Confindustria, Vittorio Colao, Ministro per l’innovazione tecnologica e la transizione digitale, Roberta Metsola, Presidente del Parlamento Europeo, Attilio Fontana, Presidente di Regione Lombardia, Giuseppe Sala, Sindaco di Milano. I lavori si sono conclusi con l’inaugurazione istituzionale di MIND – Milano Innovation District.

 

 

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Luca Levati
La prima volta della mia vita in cui “sono andato in onda” è stato il 7 luglio 1978…da allora in radio ho fatto veramente di tutto. Dai programmi di rock all’informazione, passando per regie e montaggi. Giornalista dal maggio 1986 sono arrivato a Radio Lombardia nel marzo del 1989 qualche giorno prima della nascita del primo mio figlio, insomma una botta di vita tutta in un colpo. Brianzolo di nascita e di fatto il maggior tempo della mia vita l’ho passato a Milano città in cui ho avuto la fortuna di sentire spirare il vento della cultura mitteleuropea. Adoro la carbonara, Finale Ligure e il Milan (l’ordine è rigorosamente alfabetico). I libri della vita sono stati e sono: “Avere o essere” di Fromm, “On the road” di Kerouac, “L’insostenibile leggerezza dell’essere” di Milan Kundera, “Grammatica del vivere” di Cooper e l’opera omnia del collega e amico Piero Colaprico (vai Kola!). I film: “Blade Runner“, “Blues Brothers” e “Miracolo a Milano” quando buongiorno voleva dire veramente buongiorno. Ovviamente la musica è centrale nella mia formazione: Pink Floyd, Frank Zappa, Clash, Genesis e John Coltrane tra i miei preferiti. https://www.wikimilano.it/wiki/Luca_Levati