Anche a seguito dei drammatici fatti di cronaca che hanno recentemente coinvolto alcuni adolescenti e giovani, e in sintonia con l’appello di papa Francesco, che l’8 febbraio scorso – nel discorso al Corpo Diplomatico presso la Santa Sede – ha chiesto di non rimanere inerti di fronte alla “catastrofe educativa”, l’Arcivescovo di Milano, mons. Mario Delpini, invita tutta la Diocesi a una speciale preghiera il 21 febbraio, prima domenica di Quaresima. Lo fa con un’accorata lettera in cui intende «condividere lo strazio dell’impotenza». Desiderio dell’Arcivescovo è quello di «dare voce a tutti i genitori, gli educatori, gli insegnanti che percepiscono questo momento come una emergenza spirituale ed educativa e si rendono conto che non sono a portata di mano rimedi e soluzioni immediate». Soprattutto, mons. Delpini vuole «dare voce a ragazzi e ragazze che sono sconvolti dall’isolamento, dai comportamenti incomprensibili e violenti fino alla morte di coetanei ai quali sono affezionati». «Vorrei – scrive ancora l’Arcivescovo nella lettera che in questi giorni è stata inviata a tutte le parrocchie – che questa voce arrivasse alle istituzioni e che l’alleanza tra le istituzioni si rivelasse con maggior evidenza e incisività. Brucia dover constatare la mia, la nostra impotenza». Ma, prosegue Delpini, «non ho niente da rimproverare a nessuno, non ho niente da insegnare. Verrà il momento per discorsi più ragionati, per proposte e impegno: la Chiesa c’è, ci sarà, per tutti. Ma in questo momento porto davanti al Signore questi sentimenti, con la certezza che il Signore continua ad amare ciascuno». Con queste premesse e intenzioni, l’Arcivescovo conclude la lettera annunciando che domenica 21 febbraio pregherà dalle 20.45 nel santuario di San Pietro in Seveso: «Vorrei sentire che siamo in tanti in ogni parte della Diocesi a pregare in quella sera di inizio Quaresima. Tanti: genitori, adolescenti e giovani appassionati del bene e avvertiti del male che insidia e rovina anche i loro coetanei. Tanti: preti, persone consacrate, insegnanti, educatori, tutti coloro che condividono lo strazio dell’impotenza e continuano a gridare verso Dio. Ogni chiesa, ogni santuario, ogni convento, ogni monastero, può essere aperto, in questo stesso orario, per un tempo di preghiera».

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