Apre oggi, sabato 26 gennaio, a Palazzo Reale, la mostra dedicata a Paolo Grassi (Milano, 30 ottobre 1919 – Londra, 14 marzo 1981). “Senza un pazzo come me, immodestamente un poeta dell’organizzazione…” – questo il titolo dell’esposizione, parole con cui Grassi definisce se stesso – è in programma fino al 24 marzo 2019.

A 100 anni dalla nascita, il Comune di Milano – Cultura, Palazzo Reale e Fondazione Paolo Grassi – La voce della cultura, presieduta da Davide Rampello e coordinata da Francesca Grassi, figlia di Paolo, colgono l’occasione per raccogliere l’intera ricerca sulla sua figura in archivi pubblici e privati, svolta nei  dodici anni di vita della Fondazione.

Grassi con Zeffirelli, Richard Burton ed Elizabeth Taylor

Durante una carriera di quarant’anni, Paolo Grassi ha sostanziato un mestiere, quello dell’organizzatore culturale, ha creato una figura professionale che nel nostro Paese ancora non poteva dirsi individuata ed ha trovato il modo di esprimere il suo talento visionario. A Paolo Grassi, inoltre, va ascritto il merito di aver diretto il primo teatro pubblico in Italia – il Piccolo Teatro di Milano – seguito dal 1947 al 1967 in codirezione con Giorgio Strehler e poi in direzione unica fino al 1972, lasciato per un incarico di grande responsabilità: sovrintendere dal ’72 al ‘77 il Teatro alla Scala. Il più antico teatro lirico del mondo sotto la direzione Grassi si aprì ad innovazioni che hanno fatto scuola. Un esempio è la prima diretta televisiva in mondovisione il 7 dicembre 1976 di un’opera lirica, l’Otello di Verdi con la regia di Zeffirelli. Anche durante gli anni di presidenza della Rai, Grassi fu un innovatore, la “terza rete” divenne di fatto, il canale culturale pubblico. È importante ricordare che Grassi implementò la produzione di film e sceneggiati televisivi poi premiati nei festival più significati (su tutti: L’albero degli zoccoli di Olmi, Padre padrone dei Taviani, Molière di Ariane Mnouchkine, Gesù di Nazareth di Zeffirelli). Segnati dalla malattia, gli ultimi anni della sua carriera sono caratterizzati dal ritorno all’editoria, sua prima passione.

Paolo Grassi e Bertold Brecht.

Per narrare in una mostra la lunga avventura professionale, culturale e umana di Paolo Grassi, è stato necessario individuare una visione concettuale che potesse allestire materiali diversi, come libri, documenti, ma anche immagini, filmati, oggetti, quadri, in un’atmosfera legata al mondo quasi magico della scena del Piccolo, della Scala e della piazza urbana. L’allestimento non ha voluto essere una semplice citazione: l’intento, piuttosto, è stato quello di utilizzare materiali, modalità e linguaggi del mondo del palcoscenico, e quindi mezzi che fossero molto più vicini al mondo della scenografia teatrale. La mostra è suddivisa in cinque sezioni, anticipata da un Prologo Familiare, un percorso attraverso foto, documenti, ritratti di PaoloGrassi e di alcuni capitoli della sua vita privata.

1. Costruzione di un progetto. Paolo Grassi prima di Paolo Grassi (1936 – 1946)

Fondamentalmente documentale con una selezione di libri, lettere, riviste, articoli, locandine, provenienti da archivi pubblici e privati.

Completa il tutto una sezione con quadri e disegni della cerchia di artisti che contribuirono alle riviste: Corrente, Palcoscenico, GUF Forlivesi.

2.  Al Piccolo Teatro con Giorgio, Nina e gli altri (1947 – 1967)

2bis. Un teatro fuori le mura. La direzione solitaria (1968 – 1972)

Questa sezione riguarda i due tempi trascorsi da Grassi al Piccolo Teatro. Sarà illustrata, nella prima parte, dagli spettacoli degli esordi e dalla definizione dei rapporti con il pubblico e la politica e dagli autori simbolo come Goldoni, Brecht, Bertolazzi, Pirandello.

Inoltre, sono stati focalizzati estratti da importanti carteggi con Giorgio Strehler, Eduardo De Filippo e altri.  

La seconda parte costituisce, in concomitanza con il cinquantennale degli anni della Contestazione giovanile dalla quale il Piccolo non fu esente, una considerazione storica di quell’epoca di passaggio e grandi trasformazioni.

3. L’opera alla prova dei media e della comunicazione. Gli anni al Teatro alla Scala (1972 – 1977)

Questa parte della mostra si appoggia a un’installazione guidata alla visione dell’Otello e a materiale documentale riguardante i cartelloni operistici e di danza della Piccola Scala che contraddistinsero la Sovrintendenza Grassi.

4. Un riformista alla Presidenza della Rai (1977 – 1980)

Interventi e carteggi della Presidenza di Paolo Grassi alla Rai.

5. Una passione trasversale: l’editoria (1942 – 1981)

Sezione trasversale in cui è messo in luce il lavoro editoriale di Grassi: dagli inizi con Le Edizioni di Pattuglia, Poligono, Rosa e Ballo, la collezione teatro Einaudi con Gerardo Guerrieri e il lavoro editoriale con Guazzotti alla Casa Editrice Cappelli e il progetto Electa degli ultimi anni.

Un nutrito corredo intreccia la biografia di Paolo Grassi, i suoi incontri più significativi (da Chaplin a Brecht fino alla Regina Elisabetta, per fare solo qualche esempio), i viaggi e le tournée, la storia personale e il rapporto con Strehler.

La mostra, dopo la permanenza a Milano, sarà itinerante per tutto il 2019 e fino ai primi mesi del 2020.

INGRESSO GRATUITO

ORARI

lunedì: 14:30 – 19:30, martedì, mercoledì, venerdì e domenica: 9:30 – 19:30, giovedì e sabato: 9:30 – 22:30

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Luca Levati
La prima volta della mia vita in cui “sono andato in onda” è stato il 7 luglio 1978…da allora in radio ho fatto veramente di tutto. Dai programmi di rock all’informazione, passando per regie e montaggi. Giornalista dal maggio 1986 sono arrivato a Radio Lombardia nel marzo del 1989 qualche giorno prima della nascita del primo mio figlio, insomma una botta di vita tutta in un colpo. Brianzolo di nascita e di fatto il maggior tempo della mia vita l’ho passato a Milano città in cui ho avuto la fortuna di sentire spirare il vento della cultura mitteleuropea. Adoro la carbonara, Finale Ligure e il Milan (l’ordine è rigorosamente alfabetico). I libri della vita sono stati e sono: “Avere o essere” di Fromm, “On the road” di Kerouac, “L’insostenibile leggerezza dell’essere” di Milan Kundera, “Grammatica del vivere” di Cooper e l’opera omnia del collega e amico Piero Colaprico (vai Kola!). I film: “Blade Runner“, “Blues Brothers” e “Miracolo a Milano” quando buongiorno voleva dire veramente buongiorno. Ovviamente la musica è centrale nella mia formazione: Pink Floyd, Frank Zappa, Clash, Genesis e John Coltrane tra i miei preferiti. https://www.wikimilano.it/wiki/Luca_Levati