Separazione e affido, domani in piazza i NoPillon

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“Tutto pronto per le manifestazioni che domani, sabato 10 novembre, porteranno in piazza migliaia di donne e uomini per affermare i diritti civili di tutte e tutti e per cancellare il disegno di legge su separazione e affido, il ddl Pillon, che proprio quei diritti mette gravemente in discussione. Anche a Milano, dove si manifesterà a partire dalle 15 in piazza della Scala, si prevede un’ampia partecipazione a quello che è stato pensato come un momento di forte protesta ma anche di informazione”, si legge in una nota della Cgil Lombardia che segnala come siano “già moltissimi gli appuntamenti previsti in tutta Italia. Obiettivo: contrastare questa proposta di legge che colpisce in particolar modo le bambine e i bambini delle famiglie che decidono di separarsi, obbligandoli a regole rigide che non tengono conto delle loro esigenze e delle diversità di condizioni; particolarmente grave l’imposizione per loro di tempi paritari da passare con i genitori e della doppia domiciliazione/residenza”. “Ci sono poi i diritti delle donne – sottolinea il sindacato -, che sono generalmente i soggetti economicamente più deboli (in Italia solo il 49% delle donne lavora, quasi sempre con retribuzioni inferiori a quelle maschili) e che rischiano di affrontare la separazione senza le necessarie tutele (eliminazione dell’assegno di mantenimento per i figli sostituito dal mantenimento diretto e obbligo di pagamento di un affitto per restare nella casa di famiglia). In modo particolare il Ddl Pillon mette in grave pericolo le donne che hanno deciso di sottrarsi con coraggio a relazioni improntate alla violenza, obbligandole ad attuare la mediazione con il maltrattante senza tener conto delle dinamiche pericolose (per loro e per i/le loro figli/e) che si attivano in questi casi. Purtroppo la violenza non aspetta i tempi della giustizia e questa imposizione va contro le disposizioni della Convenzione di Istanbul, già ratificata dal nostro Paese. Molto grave a questo proposito l’introduzione del concetto di alienazione parentale. Più in generale la presenza obbligatoria di una figura di mediatore a pagamento salvo che per il primo incontro, espone economicamente le coppie scoraggiando il ricorso alla separazione e soprattutto al divorzio, che il Ddl Pillon subordina al raggiungimento di un accordo davanti, appunto, al mediatore famigliare. Per non parlare dell’obbligo alla definizione di un piano genitoriale che deve prevedere tutti i particolari della vita dei figli. La pericolosità di questo disegno di legge è grande, perché come in altre occasioni nella storia del nostro paese, permette che sia lo stato a determinare le scelte private e affettive delle persone.
Per questo va contrastato con tutti gli strumenti democratici a disposizione, per ottenerne il ritiro immediato, senza se e senza ma”. Sulla manifestazione di domani interviene anche Barbara Pollastrini, vicepresidente del Pd. “Che cento piazze fioriscano e la legge Pillon sia affossata. Domani io andrò in Piazza della Scala a Milano, alle 15. Crescono di ora in ora adesioni e passaparola. Non ne dubitavo. Quella legge è il brutto manifesto del governo a traino leghista. Ma è simbolo di qualcosa di più allarmante. Una “internazionale restauratrice” è all’attacco dei valori fondativi della nostra civiltà. I diritti umani, a partire da quelli delle donne, sono il primo bersaglio di queste destre che vogliono un ‘68 alla rovescia e vagheggiano la rivincita sui principi sacri di libertà, uguaglianza, fraternità. Trump, Orbán, Kurz, Erdogan, Bolsonaro rovesciano conquiste culturali, sociali. Una parte dell’Europa acclama Salvini come riferimento della destra xenofoba e regressiva, amica di quel mondo ecclesiale che vuole in minoranza Bergoglio. Ma reagire si può e anche vincere. Le candidate in Usa hanno trascinato consensi e una straordinaria partecipazione ai seggi. Credo che le donne consapevoli anche nel nostro Paese sapranno scalare le montagne”, così Barbara Pollastrini, Vicepresidente del Partito Democratico.

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