Sanità, il privato frena e il Centro Unico di Prenotazione tarda

L'assessore al Welfare di Regione Lombardia, Guido Bertolaso, dice di non avere la bacchetta magica ma che i privati che vogliono lavorare con il SSN devono seguire l'indicazione della struttura pubblica". Dunque il Cup non decolla mentre la sanità pubblica è minacciata dai tagli della Finanziaria targata Meloni.

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“È chiaro che non ho la bacchetta magica. Se io potessi il Cup lo farei funzionare domattina. Purtroppo dal punto di vista informatico, tecnico, burocratico e organizzativo, ci sono i tempi che dobbiamo inevitabilmente seguire”. Lo ha detto l’assessore al Welfare della Regione Lombardia Guido Bertolaso, rispondendo alle domande dei cronisti sul Centro unico di prenotazioni delle visite e delle prestazioni sanitarie che dovrebbe unificare le agente del pubblico con quelle del privato convenzionato. “Ma state tranquilli che io gli starò addosso – ha aggiunto Bertolaso – se c’è una persona che oggi in Lombardia vuole veder questo Cup funzionante, questa persona sono io”. Quanto alla possibile riluttanza del privato, Bertolaso ha sottolineato che “noi stiamo lavorando nell’ambito del servizio sanitario nazionale” e “chi non vuole lavorare con noi, può lavorare benissimo nel privato”. Sulle tempistiche, invece, Bertolaso ha fatto sapere che il Cup “funzionerà completamente entro il 2026”. Dunque il tanto auspicato Centro Unico di Prenotazione, di cui si parla da anni, tarda a diventare una realtà mentre la sanità pubblica è minacciata dai tagli del Governo Meloni nella prossima finanziaria.

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