Qatar, probabile un’inchiesta a Milano

Per ora in Procura di muovono su richiesta dei magistrati belgi ma i pm, dopo le perquisizioni dei giorni scorsi, hanno già acquisito sette conti correnti ora al vaglio della Guardia di Finanza.

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In Procura a Milano al momento non è ancora aperta un’inchiesta autonoma sul cosiddetto ‘Qatargate’. E’ probabile, tuttavia, che nei prossimi giorni, sulla base di ulteriori atti che potrebbero arrivare dai magistrati belgi o per altre attività necessarie a fronte dell’ordine di investigazione europeo trasmesso da Bruxelles ai pm milanesi, si arrivi all’iscrizione di un fascicolo con indagini del pool guidato dall’aggiunto Fabio De Pasquale. I magistrati milanesi, dopo le perquisizioni dei giorni scorsi nell’abitazione di famiglia, nella Bergamasca, di Antonio Panzeri, l’ex eurodeputato in carcere a Bruxelles, nella casa ad Abbiategrasso dei genitori di Francesco Giorgi, ex collaboratore di Panzeri, e nello studio di una commercialista, hanno già acquisito sette conti correnti che sono al vaglio della Gdf. Nell’ordine di investigazione europeo di una quarantina di pagine viene indicato ai pm milanesi anche di sentire i genitori di Giorgi, definiti persone “interessate” all’indagine, e di farlo con la qualifica di indagati. Come riportato oggi da La Verità, i magistrati belgi si concentrano anche su alcuni trasferimenti di denaro effettuati proprio dai genitori di Giorgi dall’Italia al Belgio e serviti per l’acquisto di un immobile a Bruxelles. Per queste e altre audizioni potrebbe essere necessario aprire un filone di indagine tutto milanese. Allo stesso tempo, se dal Belgio arrivassero ulteriori atti, come in ipotesi stralci dei verbali dell’ex assistente di Panzeri, nonché compagno dell’ormai ex vicepresidente del Parlamento Europeo Eva Kaili, gli inquirenti milanesi potrebbero cercare riscontri indagando in autonomia su un presunto riciclaggio in Italia dei soldi delle tangenti pagate da Qatar e Marocco per favorire gli interessi dei due Paesi.

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