Open Fiber a corto di mano d’opera: “Impiegare immigrati e detenuti”

L'ad di Open Fiber, Rossetti: "Servono 3.400 persone nei cantieri" per portare la fibra in tutta Italia. Con il Governo "si sta pensando di aprire ai lavoratori delle tlc il decreto flussi e di usare anche i detenuti".

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I cantieri delle telecomunicazioni sono fermi per mancanza di mano d’opera. “C’è una difficoltà di sistema a realizzare i lavori – spiega l’ad di Open Fiber Mario Rossetti – anche se avere alle spalle un gruppo come Cassa Depositi e Prestiti ci dà un respiro più ampio ma la capacità produttiva della filiera è limitata”. “Abbiamo da dare lavoro a 1.500 persone solo nelle aree bianche, su tutto il perimetro di Open Fiber diventano 3.400, una cifra che andrà al raddoppio – spiega Rossetti – Quello che ci sta frenando non i soldi o la capacità manageriale ma la mano d’opera”. “Useremo modalità straordinarie: l’azienda si sta dotando di risorse proprie, stiamo guardando ad altri operatori internazionali che possono entrare su questo mercato e abbiamo spostato risorse dalle aree nere a quelle bianche”. “Con il Governo stiamo discutendo anche per inserire nel nuovo decreto flussi i lavoratori tlc e ci sono contatti con il DAP (Dipartimento Amministrazione Penitenziaria) per usare i detenuti come manodopera nei cantieri”, aggiunge Rossetti.

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