Corruzione pure all’obitorio

Soldi in cambio dei nomi dei pazienti deceduti alle pompe funebri. Scoperto giro di mazzette al Sacco di Milano dopo alcuni esposti tra i quali quello della stessa direzione dell'ospedale.

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Sono state emesse dal GIP di Milano, Stefania Donadeo, tre misure cautelari interdittive della sospensione dall’esercizio del pubblico servizio di un operatore obitoriale del Fatebenefratelli Sacco e del divieto di esercitare l’attività di impresario funebre per due dipendenti di onoranze di Milano e Baranzate. Le indagini, condotte dalla Polizia locale di Milano e coordinate dalla Procura della Repubblica di Milano, sono scaturite da quattro esposti, di cui uno della stessa direzione generale dell’Asst Fatebenefratelli Sacco, presentati alla Polizia locale e trasmessi agli uffici della Procura della Repubblica, fa sapere palazzo Marino ricostruendo la vicenda. In particolare, negli esposti si denunciavano atteggiamenti confidenziali tra impresari delle onoranze funebri e operatori obitoriali, i quali non solo consentivano agli impresari stessi l’accesso alla camera mortuaria senza che vi fosse richiesta dei parenti del defunto (come previsto dal regolamento), ma consegnavano loro anche la documentazione relativa ai decessi e ricevevano in cambio denaro. Le conversazioni intercettate a partire da febbraio 2021 si sono rivelate indicative di una diffusa pratica corruttiva. Uno dei dipendenti in particolare, secondo le indagini, comunicava i decessi che avvenivano in ospedale direttamente all’impresa funebre, indirizzava i familiari a specifiche onoranze funebri, millantando anche inesistenti convenzioni con il Comune di Milano che avrebbero garantito prezzi calmierati, e consentiva l’accesso al personale delle imprese funebri alle camere mortuarie. L’operatore della camera mortuaria consultava di continuo il registro defunti ed effettuava un vero e proprio smistamento delle salme, sulla base di una infondata competenza territoriale, in collaborazione con gli addetti delle due agenzie funebri, che pagavano per la sua intermediazione. Il tutto, inoltre, è stato documentato dopo l’allarme diffuso dalla direzione dell’Ospedale Sacco, facendo ritenere gli indagati completamente non curanti delle iniziative della direzione ospedaliera.

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