Continunano le indagini su Alberto Genovese, l’imprenditore delle start up arrestato nei giorni scorsi con l’accusa di violenza sessuale nei confronti di una 18enne ospite di una festa nel suo appartamento in centro a Milano. Le indagini puntano anche a  verificare se, ai festini a base di stupefacenti, il 43enne abbia commesso altri abusi e se siano coinvolte altre persone, che potrebbero aver aiutato l’uomo.  Sui presunti abusi in serie, ancora da accertare, fondamentali potrebbero essere le analisi delle immagini delle telecamere del circuito interno dell’appartamento (ancora sotto sequestro), che vengono visionate dagli investigatori della Squadra mobile, coordinati dall’aggiunto Letizia Mannella e dal pm Rosaria Stagnaro. “Ho saputo – ha messo a verbale una ragazza – che girano delle voci su Genovese, nello specifico si dice che lui e la sua ex fidanzata, di cui non so il nome, erano soliti drogare le ragazze alle loro feste private per poi violentarle”. Da queste e altre dichiarazioni, come quelle di una ragazza che ha raccontato di aver subito violenze da Genovese ad Ibiza, parte il secondo filone di indagini. Saranno ascoltati di nuovo diversi testimoni e lo stesso Genovese potrebbe essere sentito dai pm.
Ci sono “ancora molte zone d’ombra nella ricostruzione delle ore che Alberto Genovese e la persona offesa hanno passato insieme. La vicenda appare più complessa e risulta doveroso un approfondimento di molti temi sui quali noi stessi abbiamo disposto degli accertamenti di parte” dichiarano Davide Luigi Ferrari e Marco Stucchi, difensori dell’imprenditore

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