Il reporter Micalizzi curato al San Gerardo di Monza

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Da due mesi i medici del San Gerardo lo tengono sotto stretta osservazione. Gabriele Micalizzi, il fotoreporter colpito in Siria mentre stava documentando l’ultima offensiva delle truppe curde contro l’Isis, migliora giorno dopo giorno. A raccontare il suo percorso clinico sono il dottor Massimo Del Bene, direttore della Chirurgia plastica e della mano e il dottor  Michele Coppola, direttore dell’Oculistica dell’ospedale San Gerardo di Monza.
“Il 22 febbraio ho operato presso l’ospedale San Raffaele, Gabriele Micalizzi fotografo proveniente dall’ospedale militare americano in Bagdad, Iraq – spiega Del Bene -.  L’intervento chirurgico plastico è consistito nella ricostruzione ossea, tendinea e tegumentaria del terzo dito della mano sinistra; la falange  del secondo dito era già stata amputata in Iraq. Sono state rimosse altre schegge dal piede sinistro. Altri corpi estranei verranno rimossi dalla palpebra inferiore, dall’orecchio e dal torace”.
“Per quanto mi riguarda – aggiunge il dott. Coppola – abbiamo monitorato la guarigione del suo apparato visivo. . Micalizzi è stato seguito con i necessari accertamenti anatomo-funzionali, ovvero angio-OCT retinico in entrambi gli occhi, topografia corneale ed analisi strutturale della cornea ad analizzare stato e profondità dei corpi estranei ritenuti. Ulteriori controlli sono auspicabili al fine di preservare una funzione visiva utile al mantenimento della sua attività professionale”.
“Ringrazio tutti i medici, gli infermieri e tutte le figure professionali in ambito sanitario del San Gerardo che mi hanno preso in cura dopo il mio ferimento dello scorso 11 febbraio nella città di Al-Baghuz in Siria. Vedere la nazione, le autorità e i medici uniti mi rende orgoglioso di essere italiano”, ha commentato il fotoreporter.
“Anche io mi associo ai ringraziamenti di Gabriele Micalizzi a tutto il nostro personale – ha aggiunto il direttore generale della ASST di Monza Mario Alparone – che, con grande professionalità, affrontano ogni giorno vicende impegnative con passione e grande attenzione al profilo umano dei nostri pazienti. Sono rimasto molto colpito dalla positività, dall’entusiasmo e dal coraggio con cui Gabriele è stato capace di superare la difficile situazione che ha dovuto fronteggiare prima e dopo il suo rientro a casa”.

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