Immigrazione, Maroni: dichiarare stato di emergenza

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Il presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni, in un momento dell'incontro trilaterale che si e' svolto a Genova in tema di immigrazione, con i presidenti della Liguria Giovanni Toti e del Veneto Luca Zaia . Presenti all'incontro anche gli assessori regionali all'Immigrazione. Per la Lombardia, l'assessore alla Sicurezza, Protezione civile e Immigrazione Simona Bordonali

“Questo e’ il primo di una serie di incontri, ce ne saranno diversi altri, di forte collaborazione fra le Regioni su diversi temi”. Lo ha detto il Presidente della
Regione Lombardia, Roberto Maroni, al suo arrivo al vertice trilaterale con i colleghi Governatori di Liguria e Veneto, in corso a Genova.  Sul tema oggetto dell’incontro, cioe’ proposte e richieste a palazzo Chigi in materia di immigrazione e sicurezza, il presidente lombardo ha detto che: “Ci sono tante soluzioni possibili che questo Governo non adotta per scelte politiche che noi contestiamo”. “Abbiamo elaborato un documento con delle proposte concrete, realizzabili, e che hanno dimostrato di funzionare. Lo dico da ex ministro dell’Interno, che si e’ occupato proprio di queste cose nel 2011”. Lo ha fatto sapere il Presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni, al termine dell’incontro trilaterale con Giovanni Toti e Luca Zaia, a Genova, in tema di immigrazione. Il governatore, ha citato in particolare tre dei nove punti del documento, che verra’ inviato al presidente del Consiglio. Bisogna dichiarare lo Stato di emergenza, ha sottolineato Maroni, criticando Palazzo Chigi che non l’ha ancora fatto. “Questo – ha spiegato – ci consentirebbe di coinvolgere la protezione civile. Il Governo si ostina a non farlo, perche’ considera quello che sta avvenendo come una ‘non emergenza’. Ma sono i numeri a smentirlo: nel 2011, durante la ‘primavera araba’ arrivarono 48mila immigrati, nel 2014 ne sono arrivati 119mila, nel 2015 121mila, dal 2016 a oggi ne sono gia’ arrivati gia’ 124mila. Se non e’ un’emergenza questa”. E’ fondamentale, ha
proseguito Maroni, “bloccare i flussi alla partenza e promuovere accordi bilaterali con i paesi d’origine per i rimpatri. Sono cose che io avevo fatto quando ho gestito il Viminale e che avevano funzionato. Infatti, a luglio 2011, quei flussi di 48mila persone, si sono fermati. Questa e’ la strada praticabile, che il Governo non sta seguendo solo per ragioni ideologiche”. “Il Governo ci ascolti. Questa – ha evidenziato il governatore – e’ la risposta, non la gestione
caotica che abbiamo visto a Milano o a Ventimiglia, non e’ requisire le caserme o mettere gli immigrati negli alberghi a quattro o cinque stelle. La legge e’ chiara: solo chi viene riconosciuto come profugo puo’ rimanere, tutti gli altri sono clandestini e devono essere rimpatriati”. (Lnews)

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