C’era una volta un Paese quasi comico, dai. Non posso pensare ad altro se non che a volte è meglio ridere che piangere. Anche se poi in definitiva, riflettendoci, sarebbe proprio opportuno piangere. Mi spiego. Qualche tempo fa, entrando in tribunale per testimoniare nella causa di un suo stretto collaboratore ai tempi di Expo, a Beppe Sala è stato chiesto di commentare il fatto che il sistema “udienza facile”, un sistema di facilitazione dell’individuazione della propria udienza sui maxischermi, non funzionasse da mesi. Sala, allargando le braccia, ha semplicemente detto che Expo ci ha messo solo i soldi, ma che la gestione era stata della giustizia italiana. Seconda scenetta: ieri finiscono in carcere un tot di persone per una inchiesta sui soldi alle cosche. Al di là del coinvolgimento di funzionari pubblici eccetera eccetera, ci sono due cose che mi fanno cascare le braccia. La prima è che nella rete ci è finita anche l’azienda che gestisce la security proprio del Tribunale. Ma come è possibile! I soldi per difendere la giustizia italiana che finiscono in tasca alle mafie? Ma che Paese siamo? Incredibile. E ancora più incredibile, e devo dire coraggioso, perché non nasconde e non mistifica, non difende d’ufficio ma tira fuori i problemi, quello che la Boccassini scrive nero su bianco: c’era pure qualcuno che si introduceva nel suo ufficio per leggere le carte e spifferarne il contenuto alle persone su cui stavano indagando. Riepilogando: il bando di Expo su udienza facile non è proprio stato gestito al meglio. Il bando sulla security del tribunale non è proprio stato gestito al meglio. La sicurezza degli uffici dei magistrati non è proprio garantita al meglio. Forse bisogna fare qualcosa, che ne dite? Per quei magistrati e giudici che lavorano dal primo all’ultimo giorno dell’anno, mettendo a repentaglio le proprie vite, i propri affetti.

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