Trenord, nuove regole per i rimborsi: “Una beffa”

Non più bonus automatici ma a richiesta per gli abbonati delle tratte che accumulano ritardi frequenti. Da aprile cambiano anche le regole per il calcolo dei ristori. Per i comitati dei pendolari la beffa è "doppia". Protesta anche il Pd che parla di "presa in giro".

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Stop ai rimborsi automatici per gli abbonati di Trenord che subiscono ritardi (molto spesso). Il nuovo meccanismo prevede che i passeggeri debbano attivarsi per richiedere quanto spetta loro. Non solo: secondo i comitati dei viaggiatori, con le nuove regole gli incentivi verranno erogati meno frequentemente. Ieri Regione Lombardia ha diffuso una lunga nota nella quale annunciava che Trenord aumenterà gli indennizzi dal 10 al 30%. Detta così sembra anche una bella notizia. Ma tra le righe si nasconde quella che i pendolari e il gruppo consiliare del Pd definiscono “una beffa”. Finora il bonus equivaleva al 30% del costo del titolo di viaggio e veniva applicato in automatico al momento dell’acquisto di un nuovo abbonamento per la tratta che il mese precedente aveva accumulato ritardi tali da far scattare il bonus, come spiega il Corriere della Sera nelle pagine della cronaca di Milano. Da aprile il rimborso rimane del 30%, una quota più alta rispetto al 10% previsto dall’Autorità di Regolazione dei Trasporti. L’indennizzo però verrà riconosciuto quando la somma delle corse soppresse e di quelle che hanno superato i 15 minuti di ritardo è pari o superiore al 10% dei treni programmati. Ed è qui, secondo i pendolari, che si nasconde il trucco: gli incentivi – sostengono – scatteranno con minor frequenza a parità di qualità del servizio. Inoltre saranno gli stessi viaggiatori a dover chiedere il ristori tramite il sito di Trenord, le biglietterie, i My-Link Point, l’indirizzo mail rimborsi.trenord@legalmail.it o via posta tradizionale scrivendo all’Ufficio Rimborsi di piazza Cadorna 14 – Milano.  “È utile – dichiara l’assessore ai Trasporti di Regione Lombardia Franco Lucente – evidenziare un dato: i treni sono puntuali entro i 5 minuti di ritardo all’82%, all’88% entro i 7 minuti, al 97% entro i 15 minuti. I ritardi sono imputabili per il 42% a cause esterne, a esempio maltempo, persone sui binari, incidenti in corrispondenza dei passaggi a livello. Poi, per il 24% a carenze nel materiale rotabile, per 14% alla gestione dei treni, per il 7% a mancanza di materiali”.  “Il passaggio dal bonus all’indennizzo è una presa in giro dei pendolari” afferma Simone Negri, consigliere regionale del Pd e membro della Commissione Trasporti del Consiglio Regionale. “Il nuovo meccanismo di indennizzo è un’autentica presa in giro – afferma il capogruppo M5S in Regione Nicola Di Marco – e le penali che scatteranno a danno dell’azienda non finanzieranno il miglioramento del servizio, ma un non meglio specificato protocollo sicurezza”.

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