Codice della strada, appello dei familiari delle vittime alla premier Meloni

I familiari di vittime della strada rivolgono un accorato appello alla presidente Giorgia Meloni per fermare l’approvazione della proposta di Codice della Strada voluta dal Ministro Salvini, che viene discussa e votata in queste ore alla Camera, e per riscrivere insieme gli articoli per una maggiore sicurezza.

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Sono storie di dolore e lutto personale che diventano impegno collettivo quelle dei familiari di vittime sulla strada che rivolgono un accorato appello alla presidente Giorgia Meloni per fermare l’approvazione della proposta di Codice della Strada voluta dal Ministro Salvini, che viene discussa e votata in queste ore alla Camera dei Deputati, e per riscrivere insieme gli articoli che ora vanno in direzione contraria di una maggiore sicurezza stradale per tutti gli utenti della strada.

La richiesta è contenuta in un video inviato oggi alla Presidente del Consiglio Giorgia Meloni in cui Marco Scarponi, fratello di Michele Scarponi, investito e ucciso da una persona alla guida di un camion nell’aprile del 2017 a Filottrano (AN), Angela Bedoni, mamma di Lucia Pozzi, investita e uccisa da una persona alla guida di un suv la notte di Natale del 2004 a Melegnano (MI), Emanuela Bottardi, figlia di Anna Milanesi, uccisa nel 2008 in provincia di Cremona a causa di una collisione stradale dove una persona alla guida di un suv ha centrato la sua automobile sorpassando in divieto prima di un incrocio.
Tutte queste storie di tragedie personali, che sono oltre 3.000 all’anno in Italia, hanno un elemento in comune: con una minore velocità dei mezzi a motore molte persone non sarebbero morte, eppure il nuovo codice peggiora notevolmente le condizioni di sicurezza stradale, rendendo più difficili i controlli, aprendo la strada all’innalzamento dei limiti di velocità, limitando pedonalità e ciclabilità. Nel nuovo codice sono presenti solo pochissime norme migliorative, come l’alcool lock e l’inasprimento delle pene per guida sotto effetto di stupefacenti, due fattispecie che non contano neanche per il 5% del totale delle collisioni stradali).

Il video fa seguito all’appello che tutte le 16 associazioni italiane di familiari di vittime sulla strada avevano diffuso appena un mese fa, dove – scrivevano – “ci raccomandiamo che i provvedimenti in discussione, come la riforma del codice della strada e il decreto ministeriale sugli autovelox, non depotenzino ma anzi rafforzino le possibilità di riduzione della velocità, i controlli elettronici sulla velocità e la distrazione, le zone a traffico limitato, i mezzi e gli interventi in favore della mobilità sostenibile”. Appello che – però – non è ancora stato ascoltato dal Governo né tanto meno dal Parlamento.

“Ci siamo voluti rivolgere direttamente alla Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, quale massima rappresentante del Governo Italiano, perché avverta direttamente il rischio e la responsabilità della proposta di legge che il Parlamento sembra intenzionato a votare e perché intervenga direttamente. Chiediamo che la Presidente Meloni apra un tavolo di confronto tecnico dove – a partire dalle nostre storie – ci sia un unico criterio che guidi la riscrittura del Codice: la tutela della vita umana, l’unica cosa che ci guida nell’azione”  dichiarano Stefano Guarneri (Associazione Lorenzo Guarnieri Onlus),  Filippo Randi (Federazione Europea delle Vittime della Strada e Associazione Italiana Familiari e Vittime della Strada APS e Marco Scarponi (segretario generale della Fondazione Michele Scarponi). “Non solo il nuovo codice della strada – continuano Guarnieri, Randi e Scarponi – ma anche lo schema di Decreto Autovelox sembrano comporre un quadro dove l’interesse del Ministero dei Trasporti va in direzione contraria alla tutela della vita sulla strada e alla protezione degli utenti fragili: il tempo per intervenire c’è ancora, se la Presidente Meloni intende salvare vite umane”.
La FEVR – oltre ad aver inviato il video e una richiesta di incontro a Meloni – nei giorni scorsi ha anche chiesto un incontro al Prefetto di MIlano, una città particolarmente colpita dal dramma della violenza stradale, esprimendo preoccupazione per i possibili impatti della riforma nei contesti urbani (dove avvengono il 73% delle collisioni stradali in Italia).

 

 

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