“E’ una strage silenziosa”. Un centinaio di ciclisti ieri sera ha bloccato il traffico in piazza Durante a Milano, nel luogo in cui in mattinata una donna di 60 anni, Alfina D’Amato, è stata investita e uccisa da una betoniera mentre era in sella alla sua bicicletta. “Noi ciclisti non siamo meri danni collaterali” hanno spiegato. L’elenco delle vittime della strada, purtroppo, si allunga. Quella di ieri si tratterebbe infatti della nona vittima (quattro quelle travolte in bici) del 2023, una scia di sangue che ha riacceso le polemiche già suscitate l’8 maggio scorso quando un 55enne in bici, di origine cinese, era stato investito e trascinato per centinaia di metri da un mezzo pesante. Allora le associazioni avevano chiesto a gran voce di limitare il traffico dei mezzi pesanti in città, e si era parlato anche di permettere la circolazione diurna dei camion più grossi solo se dotati di sensori per i cosiddetti ‘angoli ciechi’.
“Dopo l’ordine del giorno approvato dal Consiglio comunale il 4 maggio sulle prescrizioni alla circolazione dei mezzi pesanti – sottolinea in una nota Legambiente Lombardia – nulla è però stato fatto in concreto, e le collisioni continuano in uno stillicidio di lutti: Li Tianjiao, Cristina Scozia, Veronica Francesca D’Incà, Silvia Salvarani e oggi quella che si spera possa essere l’ultima”.

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