Basta morti in mare, manifestazione domenica a Milano

Appuntamento domenica 7 maggio alle 15.30 in piazza Oberdan a Milano per protestare contro il decreto Cutro. L'iniziativa è promossa da diverse associazioni tra cui Emergency, Mediterranea Saving Humans e Naga.

67
Domenica alle 15.30 in piazza Oberdan a Milano si terrà la manifestazione dal titolo “Basta morti in mare” promossa da diverse associazioni tra cui  Emergency, Mediterranea Saving Humans e Naga.  “Una manifestazione per ribadire che nessuna persona è illegale e un secco no al decreto Cutro”, spiegano gli organizzatori. 
“Il Parlamento ha approvato il provvedimento legislativo denominato Decreto Cutro a cui siamo apertamente contrari, a partire dalla scelta del nome, che riteniamo offensiva per le vittime del naufragio, le loro famiglie e la comunità di Steccato di Cutro da subito solidale.
Il Decreto continua a proporre misure emergenziali per la gestione di un fenomeno sociale, quello delle migrazioni, ormai strutturale anche nel nostro Paese. Le modifiche normative criminalizzano l’accesso alla richiesta di asilo, limitano fortemente la protezione speciale, producendo più irregolarità, e moltiplicano il numero e l’utilizzo dei CPR e di altri luoghi di privazione della libertà personale, spazi in cui le violazioni dei diritti sono ampiamente documentate. Siamo apertamente contrari alla criminalizzazione di chi migra e di chi sostiene le operazioni di soccorso, così come alla limitazione dei diritti della persona”.
“Anche la nostra Milano produce confini più o meno visibili, come è accaduto fino al mese scorso in Via Cagni con le ricorrenti violenze ai danni di persone richiedenti asilo; con il problema tuttora presente delle lunghissime attese per fare domanda di asilo, anche a causa della difficoltà di accesso al sistema di prenotazione; con l’assenza di un intervento decisivo rispetto all’attesa lunga tre anni per la sanatoria del 2020; con la carenza di accoglienza dignitosa per le persone in transito; con l’espressa volontà di non chiudere il Centro di Permanenza per il Rimpatrio (CPR) di via Corelli, nonostante continue violazioni e abusi e l’oggettiva incompatibilità stessa dell’istituto della detenzione amministrativa con il rispetto dei diritti umani e della dignità e della persona. Questi confini producono violenza ed esclusione sociale in una città sempre più plurale, inclusiva e democratica, che ogni giorno costruiamo insieme alle comunità immigrate e alle nuove generazioni”.
Print Friendly, PDF & Email