Ora, vengono a romperci i coglioni. Per Donzelli che alla Camera squaderna fuori che quattro parlamentari – che fino a caso contrario essendo questa una democrazia rappresentativa rappresentano noi – sono andati in segreto ad incontrare un anarchico in carcere. Non si poteva sapere! Oddio, oddio. E dire che quelli sono nostri rappresentanti: secretiamo le loro visite, dài.

Magari mettiamo dentro Donzelli perché ha diffuso carte secretate…

E mentre mettiamo fuori Cospito, che ha scritto detto e ribadito che vuole l’abolizione del 41-bis, magari mettiamo dentro Donzelli perché ha diffuso carte secretate. Secretate come le migliaia di pagine che in ogni inchiesta, su politici e non, finiscono sui giornali. Intercettazioni irrilevanti tra gente che non c’entra niente e che viene sputtanata a destra e a manca. Gente che non può più portare i figli a scuola perché i giornali, giornalisti come me, hanno pubblicato carte che hanno passato loro o gli avvocati o i magistrati (altri, non ce ne sono) su cose che è tutto da accertare che abbiano fatto. E qui, in Italia, ci stracciamo le vesti perché quattro parlamentari alla luce del sole sono andati in carcere a trovare uno che sta facendo lo sciopero della fame per abolire il 41 bis che è il regime carcerario più detestato dai mafiosi e che da sempre dice e scrive che bisogna fare la rivoluzione violenta contro lo Stato, e che ha messo due bombe davanti a una scuola per carabinieri.

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La segretezza, ma solo quando conviene

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