Si è svolta a Milano oggi pomeriggio, primo gennaio, in occasione della 56° Giornata Mondiale della Pace, la marcia “Pace in Tutte le Terre” organizzata dalla Comunità di Sant’Egidio con l’adesione di tante associazioni. Aprendo la marcia, Giorgio Del Zanna (Sant’Egidio) ha affermato: “La più forte espressione del male è la guerra. Eppure domina i nostri giorni, come vediamo in Ucraina dove il conflitto coinvolge noi europei per la vicinanza geografica e per i profughi che sono tra noi. Ci sono ben altri 23 conflitti nel mondo ad alta intensità attivi. L’attenzione al dolore di tanti è la strada per non rassegnarsi alla guerra: è una proposta perché non ci abituiamo al fatto che dall’Ucraina alla Siria, dal Mali allo Yemen, dall’Afghanistan al Tigray, al Nagorno Karabagh – dove la popolazione armena isolata soffre la fame – ci sia la guerra, volgendoci dall’altra parte”.
Un minuto di silenzio è seguito alla lettura dei nomi dei Paesi in guerra. “Le guerre – ha continuato Del Zanna – non risolvono le crisi internazionali come hanno insegnato innumerevoli precedenti. Nei conflitti contemporanei nessuno più è in grado di vincere. Di conseguenza in maniera oggettiva possiamo constatare che la guerra è uno strumento ormai obsoleto e dannoso“.
Diversi i profughi che hanno partecipato alla manifestazione, aprendo il corteo con i cartelli con i nomi delle zone in conflitto. Alcuni di loro hanno portato la loro testimonianza, in particolare dall’Ucraina, Afghanistan, Siria e Mali. Tra i manifestanti, anche i rifugiati giunti con i corridoi umanitari, il progetto pilota di Sant’Egidio che sta permettendo l’arrivo in sicurezza di persone in fuga dall’Afghanistan, la Siria, la Libia, il Corno d’Africa e il campo di Lesbo in Grecia. Ha aggiunto Del Zanna: “Ci preoccupano molto le misure che in nome della nostra sicurezza, colpiscono quanti cercano di salvare vite nel Mediterraneo, così da mettere a rischio la vita di chi cerca scampo da situazioni di grave e reale insicurezza”.
La marcia, partita da piazza Santo Stefano, è terminata in piazza Duomo. Tappa intermedia la Chiesa di San Vito al Pasquirolo, dove pregano abitualmente gli ortodossi russi e ucraini. Qui sono intervenuti una donna ucraina, che ha ricordato il dramma della nazione invasa e bombardata, e padre Ambrosij Makar della
Nel messaggio per la Giornata della Pace 2023, “Nessuno può salvarsi da solo. Ripartire dal Covid-19 per tracciare insieme sentieri di pace” Papa Francesco afferma che “una nuova terribile sciagura si è abbattuta sull’umanità. Abbiamo assistito all’insorgere di un altro flagello: un’ulteriore guerra, in parte paragonabile al Covid-19, ma tuttavia guidata da scelte umane colpevoli. La guerra in Ucraina miete vittime innocenti e diffonde incertezza, non solo per chi ne viene direttamente colpito, ma in modo diffuso e indiscriminato per tutti, anche per quanti, a migliaia di chilometri di distanza, ne soffrono gli effetti collaterali – basti solo pensare ai problemi del grano e ai prezzi del carburante”.