Ecco il volto di Sant’Ambrogio

Grazie agli esami anatomici sul teschio del santo si è potuto realizzare un busto con una ricostruzione facciale tridimensionale.

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Il volto di Sant’Ambrogio è stato ricostruito grazie agli esami anatomici sul teschio del santo: si è così potuto realizzare un busto con una ricostruzione facciale tridimensionale, la più attinente alle reali fattezze del santo. Alla presentazione del busto hanno partecipato mons. Carlo Faccendini , abate parroco della Basilica di Sant’Ambrogio, Stefano Bruno Galli, assessore all’Autonomia e Cultura della Regione Lombardia, Cristina Cattaneo, Ordinario di Medicina Legale dell’Università Statale e direttrice del Laboratorio di Antropologia e Odontologia Forense (LabAnOf) e Davide Porta, responsabile tecnico del Laboratorio di Antropologia e Odontologia Forense (LabAnOf). L’iniziativa è uno degli esiti dell’ampio programma di studi promosso dalla Basilica di Sant’Ambrogio per i 150 anni dal rinvenimento degli scheletri di Sant’Ambrogio, Protaso e Gervaso, condotto dall’Università degli Studi di Milano, in collaborazione con la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la Città metropolitana di Milano.
La tecnica di realizzazione, che si è affinata nel tempo fino, si sviluppa posizionando degli spessori in precisi punti del cranio, per guidare l’operatore nella ricostruzione, muscolo per muscolo, del volto del soggetto, dagli strati più profondi a quelli più superficiali. L’area esterna è stata modellata sulla base del profilo biologico ottenuto dall’attento studio dello scheletro.Particolarmente preziosa è stata la collaborazione con persone con disabilità visiva che hanno aiutato gli operatori a ottenere un manufatto che fosse fruibile anche da un pubblico ipovedente.
“Sant’Ambrogio – afferma mons. Carlo Faccendini -, la sua figura, i suoi scritti, la tradizione legata alla sua storia, la sua Basilica, rappresentano un tesoro di inestimabile valore che occorre far conoscere e, con umiltà, continuare a conoscere”.
“Tanta gente – prosegue mons. Carlo Faccendini – viene in Basilica! Davvero tanta! Alcuni sinceramente preparati e documentati, altri più bisognosi di essere accompagnati. Tutto quello che concorre a ridurre questa distanza e ad avvicinare Sant’Ambrogio alla sua città ci sta quindi molto a cuore”.
“Sono sinceramente ammirato – sottolinea Stefano Bruno Galli – per l’incredibile risultato di questa ricostruzione del vero volto del Santo Patrono di Milano, Sant’Ambrogio. L’imminente ricorrenza del 7 dicembre – la più sentita da tutta la città e da ogni milanese – quest’anno si arricchisce di un prezioso manufatto e dell’occasione imperdibile ed emozionante di trovarsi letteralmente a tu per tu con il grande e indimenticato Vescovo della Milano del IV secolo. Si tratta di un motivo in più per visitare o per tornare a visitare il Museo della Basilica di Sant’Ambrogio. Regione Lombardia affianca con convinzione e concretezza non solo la valorizzazione del patrimonio ecclesiastico ambrosiano e lombardo, ma anche la realizzazione di quegli interventi strutturali che ne consentono la più ampia e la più agevole fruibilità”.
“I resti dei santi – ricordano Cristina Cattaneo e Davide Porta -, in particolare quelli della Basilica di Sant’Ambrogio, possono rivelare realtà storiche sconosciute o misconosciute, ed è fondamentale poterlo condividere nella maniera più realistica possibile anche con i non vedenti”.
Il busto di Sant’Ambrogio, prodotto in resina poliuretanica sarà posizionato a breve nella cappella di San Vittore in Ciel d’oro, all’interno della Basilica di Sant’Ambrogio, quasi a suggerire un confronto con il ritratto del mosaico del V secolo. Le varie fasi progettuali sono state documentate in un video realizzato da Stefania Conrieri.
Sono inoltre stati presentati i lavori di eliminazione delle barriere architettoniche, finanziati dalla Regione Lombardia, che consentono un più agevole visita alla basilica di Sant’Ambrogio e ai suoi spazi interni ed esterni. Gli interventi hanno interessato l’ingresso di destra dal quadriportico alla Basilica e la posa di un ascensore interno che dalla Basilica sale al piano del Museo e consente la visione dei mosaici contenuti nella cappella di san Vittore in Ciel d’oro.

 

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