Si al ‘Ristori ter’, stop tasse per attività in perdita

La nuova tornata di aiuti voluti dal governo per imprese e partite Iva si baserà soprattutto su sospensioni fiscali.

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Si è concluso in piena notte il Consiglio dei ministri che ha varato il decreto ristori ter e ha definito il nuovo scostamento di bilancio da 8 miliardi di euro che poi sarà sottoposto all’autorizzazione del Parlamento, probabilmente già la settimana prossima. Previsto uno stanziamento di risorse pari a 1,95 miliardi di euro per il 2020. Le misure del Ristori-ter si allargano a tutta Italia, sono basate soprattutto sulle sospensioni fiscali e riguarderanno le aziende con ricavi fino a 50 milioni di euro, penalizzate da perdite pari ad almeno il 33 per cento. Il calcolo del calo di volume d’affari e corrispettivi, secondo meccanismi in via di affinamento, dovrebbe essere basato sul confronto fra il primo semestre 2020 e lo stesso periodo del 2019 per le tasse in scadenza a novembre. Nello specifico, si prevede l’incremento di 1,45 miliardi, per il 2020, della dotazione del fondo previsto dal decreto ristori bis per compensare le attività economiche che operano nelle Regioni che passano a una fascia di rischio più alta; l’inclusione delle attività di commercio al dettaglio di calzature tra quelle che, nelle cosiddette ‘zone rosse’, sono destinatarie del contributo a fondo perduto; l’istituzione di un fondo con una dotazione di 400 milioni di euro, da erogare ai Comuni, per l’adozione di misure urgenti di solidarietà alimentare; l’aumento di 100 milioni per il 2020 della dotazione finanziaria del Fondo per le emergenze nazionali, allo scopo di provvedere all’acquisto e alla distribuzione di farmaci per la cura dei pazienti affetti da Covid-19.

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