Montanelli, Sentinelli, la nostra proposta alla luce del sole

"Noi la lettera mandata a Sindaco e Consiglio Comunale la rifaremmo anche ora. Perché non c'è nessuna violenza nell'esprimere il proprio pensiero in modo trasparente" scrivono i Sentinelli, alla notizia dell'imbrattamento della statua di Montanelli.

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“Noi la lettera mandata a Sindaco e Consiglio Comunale la rifaremmo anche ora.
Perché non c’è nessuna violenza nell’esprimere il proprio pensiero in modo trasparente.
Quel parco di Milano deve liberarsi di un nome che non fa onore alla nostra città.
E peggio di una vernice rossa c’è chi senza entrare nel merito della nostra proposta preferisce buttarla in caciara vendendoci come degli integralisti”. Lo scrivono i Sentinelli di Milano, alla notizia dell’imbrattamento della statua di Indro Montanelli nei giardini di Porta Venezia a lui dedicati.  Un atto vandalico che arriva al termine di una settimana di dibattito, aperto dai Sentinelli che in una lettera al sindaco e consiglio comunale hanno chiesto la rimozione della statua, ricordando che Montanelli si sposò con una giovane eritrea in Africa durante il colonialismo italiano. “La nostra proposta civile, fatta in settimana alla luce del sole proprio per permettere una discussione pubblica, non contemplava altro. Piuttosto la violenza verbale fatta dal pensiero unico mainstream che ci ha voluto in modo caricaturale descrivere come dei talebani, ha portato il dibattito su un livello volutamente distorto.
Mentre sui social tantissime persone si riconoscevano nella nostra richiesta, sui media è passato per giorni la voce di una sola campana. Come se improvvisamente avessimo toccato un nervo scoperto. Polito, Severgnini, Battista, Cerasa, Cazzullo, Levi, Ferrara, Mattia Feltri, Lerner, Cruciani, Travaglio, Scanzi, Gomez, Padellaro, Parenzo tutti maschi, bianchi, benestanti, eterosessuali a discutere se sia stato o meno legittimo per Montanelli stuprare una 12enne. Non ci viene in mente un altro Paese che si definisce democratico e civile, insorgere così compattamente quando si mette in discussione il suo diritto alla misoginia.
Ci fosse mai stata questa levata di scudi bipartisan da parti delle “grandi firme”, sulla piaga che non conosce fine della violenza sulle donne, figlia di una cultura patriarcale della quale era intriso il pensiero anche del Signor Montanelli. Ci fosse mai stata questa indignazione di massa sulla quotidiana strage nel mar Mediterraneo che affoga il futuro di donne, uomini, bambini, bambine. Bambine, quelle che ancora in Africa come nel 1935 subiscono la violenza sopraffatrice di chi si sente in diritto di infibularle, darle in sposa, comprarle.Indro Montanelli ancora nel 2000 rivendicava il suo agire da soldato mandato in Eritrea in un’azione del Regime colonizzatore. Noi la lettera mandata a Sindaco e Consiglio Comunale la rifaremmo anche ora. Perché non c’è nessuna violenza nell’esprimere il proprio pensiero in modo trasparente. Quel parco di Milano deve liberarsi di un nome che non fa onore alla nostra città. E peggio di una vernice rossa c’è chi senza entrare nel merito della nostra proposta preferisce buttarla in caciara vendendoci come degli integralisti”.

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