L’Italia è un pendolo, si va da un estremo all’altro.

Così, stiamo per vivere una stagione di giustizialismo vero. Di populismo, di pauperismo. La politica sarà una cosa riservata agli ultimi, che non necessariamente sono i migliori così come non necessariamente sono i peggiori. Sarà destinata a chi pensa che tutto quanto venuto prima sia stato una merda. E va bene, ci sta. Sono i periodi storici. Non mi scandalizza e in qualche misura anche ne condivido la ratio, anche se non la nettezza con la quale si afferma che tutto quanto venuto prima era sbagliato e con la quale si afferma che tutto quello che verrà sarà giusto. Puzza di propaganda, e vabbè. Ma ci sta, ripeto, non è la prima volta e non sarà l’ultima. La cosa che non capisco, davvero non capisco, è il contraccolpo. Mi spiego. Il governo vira a destra e vuole il pugno duro contro migranti stranieri eccetera? Allora a Milano si pensa bene di mettere come priorità politica la costruzione di otto nuove moschee. Non tre, come ci avevano detto prima che Majorino si candidasse alle primarie. Otto moschee. Ora, cerchiamo di capirci: è un diritto poter pregare il proprio Dio. La risposta è semplice: sì, eccome. Ma è giusto usare politicamente questa questione aperta guarda caso proprio mentre c’è un governo di destra? Secondo me è un modo per buttarla in politica. Azione e reazione uguale ed opposta. Non proprio un bel modo di procedere.

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