Moda, sciopero alla Canali che chiude e licenzia a Carate

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Sciopero di otto ore oggi alla Canali di Carate Brianza (MB) dopo che l’azienda che produce abiti da uomo di alta moda ha annunciato la chiusura dello stabilimento e il licenziamento dei 134 lavoratori, 130 dei quali donne. Non verrà presa in considerazione dalla società né la cassa integrazione né la ricollocazione dei dipendenti in altri stabilimenti dell’azienda presenti sul territorio, secondo quanto fanno sapere i rappresentati del sindacato che stanno seguendo il caso. “E’ una vergogna – si legge nel comunicato stampa della CGIL di Monza e Brianza – condanniamo fermamente il comportamento della azienda Canali. Nell’incontro con la direzione presso Confindustria i sindacati hanno chiesto l’immediato ritiro della procedura di licenziamento collettivo e la contestuale apertura di un tavolo di discussione per trovare soluzioni per il mantenimento dei posti di lavoro – continua la nota stampa – ma l’azienda ha negato tale possibilità continuando irresponsabilmente con la volontà di licenziare”. La motivazione della chiusura dello stabilimento caratese della Canali, azienda leader nel mercato della sartoria per uomo e che conta oltre 1300 dipendenti, sarebbe la mancanza di lavoro: “Lo stabilimento di Carate aveva già pagato per la crisi economica – afferma il sindacalista Davide Martinelli – questo è un nuovo e durissimo colpo che ha messo in difficoltà le 130 donne e 4 uomini che hanno lavorato lì dentro per moltissimi anni”. Al momento, non arriva nessun commento aggiuntivo da parte dei rappresentati dell’azienda Canali che  pare non vogliano rilasciare alcuna dichiarazione in merito alla vicenda.

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