A 30 anni dall’uscita discografica di “Giuni” (1986) e “Album” (1987), venerdì 18 Novembre 2016 verrà pubblicato “FONTE D’AMORE”, un progetto musicale composto da 4 dischi (mai pubblicati prima d’ora in versione cd) che celebra i più grandi successi, e non solo, della straordinaria e indimenticabile cantautrice GIUNI RUSSO, famosa per la sua sbalorditiva estensione vocale, l’indiscutibile tecnica e originalità compositiva e la grandissima sensibilità interpretativa, elegante e assolutamente fuori dal comune.

Il cofanettoFONTE D’AMORE”, in uscita per l’etichetta GiuniRussoArte e distribuito da Artist First, è dedicato alla memoria di Carlo Bixio, editore, produttore e caro amico di Giuni Russo, colui che è stato determinante per la sua carriera artistica e che ha reso possibile nella seconda metà degli anni ‘80 il suo ritorno sulle scene discografiche proprio con la pubblicazione dei dischi “Giuni” e “Album”.

Il box conterrà anche un libretto fotografico (30 scatti inediti che ritraggono Giuni in fasi diverse della sua esistenza, cogliendola anche in momenti personali), più una grande sorpresa: “Sharazād”, un album di 8 inediti, frutto della produzione di Maria Antonietta Sisini, con alcuni brani registrati da Giuni Russo in versione demo e mixati nel 2016 da Pino Pinaxa Pischetola.

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GiuniRussoArte è un’associazione senza fini di lucro, fondata da Maria Antonietta Sisini nel 2005 per salvaguardare e promuovere il patrimonio artistico e culturale della cantautrice Giuni Russo, scomparsa nel 2004.

Unica.

GIUNI RUSSO, nome d’arte di Giuseppa Romeo, nasce a Palermo, in Sicilia il 7 Settembre 1951 ma suo padre registrò la sua nascita solo 3 giorni dopo, il 10.

La sua sbalorditiva estensione vocale che le permetteva di coprire quasi 5 ottave, fanno di questa Artista la figura più peculiare e interessante del panorama musicale italiano e internazionale.

Giuni, figlia d’arte (sua madre era un soprano naturale inizia giovanissima a studiare canto e composizione, raffinando precocemente il suo eccezionale talento naturale e la sua attitudine con estro e intelligenza.

Nel 1967 vince il Festival di Castrocaro con il brano “A chi” (Hurt di Timi Yuro), accedendo di diritto al Festival di Sanremo dell’anno successivo.

Nel 1968 partecipa col nome di Giusy Romeo alla 18a edizione del Festival di Sanremo. Presenta il brano “No amore”, che fu anche il suo primo 45 giri.

Nello stesso anno pubblica altri due 45 giri, contenenti tra gli altri, “L’Onda” e “I Primi Minuti”, versione italiana di “I Say A Little Prayer” di Aretha Franklin.

Nel 1969 si trasferisce a Milano, che diverrà la sua città d’adozione. Incontra Maria Antonietta Sisini, musicista che per ben 36 anni dividerà con lei le gioie e i dolori in una felice e rara comunione di vita e Arte.

Nel corso degli anni ’70 cambia il suo nome in Junie Russo e incide alcuni brani a tiratura limitata per piccole etichette discografiche collaborando anche con Cristiano Malgioglio.

È del 1975 il suo primo album, interamente in inglese, “Love Is A Woman, oggi ricercatissimo dai collezionisti. Tutti i brani sono firmati da Giuni e Maria Antonietta Sisini.

Nel 1978, utilizzando per la prima volta il nome d’arte Giuni Russo (per evitare eventuali storpiature nella pronuncia del nome Junie), ottiene un buon riscontro con il fortunato 45 giri “Soli Noi/La Chiave, che si afferma anche sul mercato francese.

Nel 1981 Giuni pubblica il raffinatissimo “Energie, ma il grande successo arriva l’anno successivo, nel 1982 con il singolo Un’Estate Al Mare”, brano scritto da Franco Battiato che le consegna la vittoria del Festivalbar e che tocca i vertici delle classifiche dove resta per mesi, facendola conoscere al pubblico più vasto. Dopo questo successo viene ripubblicato “Energie”. Il clamoroso successo del brano, se da un lato conferisce una grande notorietà all’artista, dall’altro ne condiziona la carriera. Non è infatti semplice mantenere l’equilibrio tra la popolarità e quell’operazione di ricerca e sperimentazione musicale che è una costante del percorso artistico di Giuni.

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Le successive incisioni “Vox (1983), “Mediterranea (1984), “Giuni (1986) e “Album (1987), rivelano un’artista in continuo divenire, capace di fondere il ritmo orecchiabile delle sue numerose hit (“Good Good Bye”, “Sere d’Agosto”, “Limonata Cha Cha Cha”, “Mediterranea”, Alghero”,Adrenalina”) con uno sperimentalismo vocale e strumentale veramente unico.

Nell’88, con l’album “A Casa di Ida Rubinstein” arriva la svolta che chiude definitivamente la sua fase “leggera”: realizzando contaminazioni originali e sorprendenti, Giuni esegue note arie e romanze di Bellini, Donizetti e Verdi, un repertorio che conferma la naturale vocazione di Giuni alle contaminazioni musicali più all’avanguardia e che la consacra come prima ed unica interprete della “musica di confine”.

La pubblicazione di questo disco vedrà in seguito l’artista impegnata in prestigiose tournèe con enti lirici e culturali. Questo sperimentalismo, tuttavia, è guardato con sospetto dalle case discografiche, con le quali i rapporti diventano sempre più difficili. Nel 1992 Giuni pubblica “Amala, una raccolta di successi che contiene due inediti: “Amala” e “Alla Spiaggia dell’Amore”. Nel 1994 esce un album completamente inedito, “Se Fossi Più Simpatica Sarei Meno Antipatica”, originale operazione di rilettura di un testo di Ettore Petrolini, da cui viene estratto il singolo “Fortunello”.

Giuni segue un percorso sempre più personale: collabora con scrittori e poeti, studia antichi testi sacri, tiene numerosi concerti, compone nuove canzoni.

È in questo periodo che l’artista si avvicina alla spiritualità carmelitana e comincia ad ammirare le figure di Santa Teresa D’Avila, di Edith Stein, di San Giovanni della Croce, i cui scritti sono per lei fonte di continua ispirazione. Nel 1997 è impegnata in teatro con Giorgio Albertazzi e canta versi di Jorges Luis Borges nello spettacolo di musica e poesia contemporaneaVerba Tango” e pubblica il singolo “Gabbiano”, anteprima di un progetto discografico dal titolo “Gelsomini d’Arabia.

Nel 1998 pubblica il primo album live dal titolo “Voce Prigioniera.

Nel 2002, dopo ben 4 anni di assenza dal mercato discografico, caratterizzati da un’intensa attività live, Giuni pubblica “Signorina Romeo live”, una selezione di brani eseguiti durante i concerti tenuti negli anni precedenti. Nel 2003 il grande ritorno: Giuni partecipa al 53esimo Festival di Sanremo con Morirò d’Amore”, il brano che intitola anche il suo nuovo album.

Alla fine del 2003 viene pubblicato “Demo De Midi, 14 brani inediti incisi in versione demo negli anni ’80 e ’90.

Il 2004 è l’anno di “Napoli Che Canta”, suite musicale per il film omonimo (1926) di Roberto Leone Roberti pubblicata in CD e DVD.

Nella notte tra il 13 e il 14 Settembre 2004 Giuni Russo si è spenta a causa di un tumore nella sua casa di Milano.

 

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