È possibile immaginare una nuova Milano città d’acqua, grazie alla riapertura del sistema complessivo dei Navigli? Per rispondere a questa domanda Palazzo Marino ha deciso di proseguire nelle verifiche di fattibilità avviate nel 2013 con il Politecnico di Milano, i cui primi risultati sono stati presentati alla città durante due incontri pubblici nei mesi scorsi.

La Giunta  ha deciso non solo di prendere atto dello studio di fattibilità redatto dall’Ateneo con il supporto tecnico di MM Spa, ma anche di affidare alla società la redazione di un progetto preliminare per la realizzazione della connessione idraulica necessaria all’eventuale riapertura per fasi dei Navigli. Una pianificazione che dovrà necessariamente coordinarsi con i lavori della linea metropolitana M4, con l’obiettivo di ridurre l’impatto delle cantierizzazioni sul territorio, favorire l’afflusso delle acque in Darsena e per gli usi irrigui necessari all’agricoltura del sud Milano, nonché aiutare il controllo dei fenomeni di risalita della falda acquifera.

Al tal fine verrà costituito un gruppo tecnico di lavoro all’interno dell’Amministrazione comunale per coordinare le attività di analisi e di progetto, che già possono contare sull’approvazione – avvenuta con delibera dell’ottobre 2015 – dei progetti di ripristino dell’originaria Conca dell’Incoronata e della Conca di Varenna.

Il progetto prevede di ripristinare, lungo un percorso di 8 chilometri, il collegamento tra il Naviglio della Martesana e il Naviglio Grande e il Pavese. Una nuova configurazione che restituirà a Milano la sua vocazione di città d’acqua e migliorerà la qualità urbana.  Secondo le stime economiche dello studio del Politecnico, il progetto in termini di profittabilità delle attività commerciali e turistiche e di valorizzazione degli immobili porterà un beneficio di circa 800 milioni di euro, a fronte di un costo previsto di 406 milioni di euro.

 

 

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