C’era una volta un Paese che aveva paura. E che aveva bisogno di speranza. Mentre il Papa si appresta a venire a Milano, a Londra c’è l’ennesimo attentato. Ecco, è da analizzare la visita del Papa a Milano. Non viene in piazza Duomo a Milano, ma a Monza. Ed è una cosa significativa. Dedicherà gran parte della sua giornata a San Vittore, nel carcere più problematico della provincia. Avrebbe potuto scegliere Opera, o Bollate, e invece ha scelto un posto dove c’è il fallimento del sistema: da parte di chi ha deciso di infrangere la legge e da parte di chi dovrebbe rieducare in strutture che gridano vendetta a Dio e quindi anche al Papa. Avrebbe potuto farsi accompagnare in un tour guidato per le case popolari, magari indicando le famiglie che avrebbe voluto incontrare, e invece no. Niente tour guidato, niente indicazioni sulle famiglie. E se entrasse in casa di un abusivo? In fondo, non importa: il messaggio del Papa è che pure quello, il sistema delle case popolari non come modello di welfare ma come argomento economico, non regge. Arriva a Milano e non va alla Cattolica. Arriva a Milano e non incontra i vertici se non per l’omaggio che devono rendergli. Ecco, arriva un Papa. Difficile dire se si tratti di speranza o di protesta contro il sistema. Speriamo si tratti di speranza.

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