Sedici giorni giorni di spettacoli teatrali per dare voce a registi e attori provenienti da tutta Europa. Questo è il focus di “Presente Indicativo – Milano Porta Europa”, il festival di teatro internazionale che si terrà dal 4 al 19 maggio al Piccolo Teatro di Milano. L’appuntamento, arrivato alla sua seconda edizione, promosso dal Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa, ha come sottotitolo “Milano Porta Europa”. La presentazione del Festival si è svolta stamane con il sindaco Giuseppe Sala, l’assessore alla Cultura Tommaso Sacchi, il direttore del Piccolo Teatro Claudio Longhi, il presidente del consiglio di amministrazione del Piccolo Teatro di Milano Piergaetano Marchetti, Enrico Brambilla, membro di Giunta della Camera di Commercio di Milano Monza Brianza Lodi e consigliere della Fondazione Piccolo Teatro di Milano, Giovanni Azzone, presidente della Fondazione Cariplo, e, tra gli artisti, Caroline Guiela Nguyen, regista di Saigon e artista associata del Piccolo e Łukasz Twarkowski, regista di Rohtko. Milano diventa, per due settimane, il centro della scena europea, motore di una riflessione critica sull’Europa e sul suo futuro. “Questo festival è pensato nel rispetto dell’identità del Piccolo Teatro di Milano, di essere teatro di Europa – ha affermato Claudio Longhi, direttore del Piccolo Teatro Milano – È pensato come una ricognizione della scena contemporanea, di quello che sta accadendo oggi sui palcoscenici internazionali”. Sul programma teatrale e sull’idea di Europa che si vuole veicolare con questi spettacoli, “Non c’è una volontà di approfondimento tematici particolari, semplicemente guardando il cartellone per come si componeva man mano che venivano individuate le realtà più interessanti, ci siamo resi conto che da questo festival esce un ritratto di quella che è l’Europa oggi. Un’Europa che non si limita a essere il vecchio continente, ma un crocevia di influenze, sguardi, esperienze che arrivano al di là del Vecchio Continente. Un’Europa che si sta interrogando sulla propria storia e sul futuro con criticità drammatiche come una guerra che sappiamo essere non troppo lontana da noi. Un’Europa che si riconosce in alcuni valori fondativi come la cultura. Il festival sarà una riflessione sulla drammaturgia e su una possibile evoluzione della drammaturgia, la messa in questione dell’idea di autorialità, la scoperta di nuove possibilità di contaminazione e dialogo tra le arti dello spettacolo” ha concluso il direttore.

Il palinsesto del Festival è composto di due produzioni del Piccolo e tre coproduzioni, di cui due internazionali. Sei spettacoli debuttano in prima nazionale e uno in prima assoluta. Otto, con l’Italia, i Paesi rappresentati (Francia, Polonia, Portogallo, Spagna, ma anche Argentina, Cile, Regno Unito); undici, con l’italiano, le lingue che risuoneranno (bielorusso, cinese, francese, inglese, lettone, polacco, portoghese, spagnolo, ucraino, vietnamita). Gli autori e drammaturghi saranno diversi, da Alexander Zeldin (Regno Unito) e Pascal Rambert (Francia, artista associato al Piccolo) a Łukasz Twarkowski (Polonia), da Mariano Pensotti (Argentina) e Marco Layera (Cile) all’osservazione delle contraddizioni del Vecchio Continente con Pablo Messiez (argentino, naturalizzato spagnolo), Marta Górnicka (Polonia), Caroline Guiela Nguyen (Francia) e Tiago Rodrigues (Portogallo) – questi ultimi due artisti associati al Piccolo –, fino allo spettacolo che un maestro come Patrice Chéreau (Francia) ha affidato a una delle sue attrici più amate, Dominique Blanc. E ancora, in scena, il talento tutto italiano – ma con più di un riconoscimento presso il pubblico e la stampa esteri – di Davide Carnevali, Marco D’Agostin (artisti associati), Fanny & Alexander, Filippo Andreatta e il collettivo Office for a Human Theatre. Presente alla conferenza stampa anche l’attrice Giulia Lazzarini che è stata omaggiata con un lungo applauso e ha spento le candeline del suo novantesimo compleanno davanti alla platea.

“Un grande saluto a Giulia Lazzarini che è qui presente – ha esordito il sindaco Sala nel suo intervento dal palco – Presente indicativo è la seconda edizione. Sono felice che tra il 4 e il 19 maggio ci sarà qui il meglio della produzione teatrale internazionale. Il sottotitolo dà l’idea di quale Europa vogliamo, che abbraccia tradizioni e influssi. Europa che grazie al linguaggio internazionale del teatro vuole continuare a essere centrale. Saranno 16 spettacoli per 16 giorni. Legame profondissimo che il Piccolo ha con la città. Da sempre il Piccolo stringe collaborazioni con istituzioni cittadine e con altri teatri. 76 anni: credo che poche istituzioni culturali siano state così tanto apprezzate e seguite dalla nostra città. Sono qui oggi per confermare come ognuno nel suo ruolo ritenga che la cultura sia per la nostra città qualcosa di irrinunciabile e motivazione per vivere questi tempi che non sono semplicissimi. Per il comune continuare a fare tutto il possibile per la cultura è un dovere. Si parla di Pnrr, dell’impatto che avrà sulla nostra città e Paese. Nei vari capitoli di spesa il primo per Milano è legato alla mobilità ma il secondo è legato alla cultura e questo non è causale. La cultura a Milano è fatta da un numero di cittadine e cittadini impressionante. Un grazie alle artiste, artisti, resisti, alle maestranze, a chi rende possibile tutto ciò. Serve in questi tempi difficili amare il proprio lavoro. Nella cultura vedo che tutti coloro che sono partecipi lo fanno per tanti motivi, perché devono con difficoltà portare a casa uno stipendio per la propria famiglia, ma ci mettono sempre qualcosa di più, quella passione che da i risultati. Siamo passati attraverso il covid, abbiamo dovuto fermarci, cambiare tutto, immaginare di ripartire. Qui al Piccolo hanno fatto un’operazione straordinaria di cui dobbiamo essere grati” ha concluso Sala.

Il direttore del Piccolo, Claudio Longhi ai microfoni di radio Lombardia.

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Luca Levati
La prima volta della mia vita in cui “sono andato in onda” è stato il 7 luglio 1978…da allora in radio ho fatto veramente di tutto. Dai programmi di rock all’informazione, passando per regie e montaggi. Giornalista dal maggio 1986 sono arrivato a Radio Lombardia nel marzo del 1989 qualche giorno prima della nascita del primo mio figlio, insomma una botta di vita tutta in un colpo. Brianzolo di nascita e di fatto il maggior tempo della mia vita l’ho passato a Milano città in cui ho avuto la fortuna di sentire spirare il vento della cultura mitteleuropea. Adoro la carbonara, Finale Ligure e il Milan (l’ordine è rigorosamente alfabetico). I libri della vita sono stati e sono: “Avere o essere” di Fromm, “On the road” di Kerouac, “L’insostenibile leggerezza dell’essere” di Milan Kundera, “Grammatica del vivere” di Cooper e l’opera omnia del collega e amico Piero Colaprico (vai Kola!). I film: “Blade Runner“, “Blues Brothers” e “Miracolo a Milano” quando buongiorno voleva dire veramente buongiorno. Ovviamente la musica è centrale nella mia formazione: Pink Floyd, Frank Zappa, Clash, Genesis e John Coltrane tra i miei preferiti. https://www.wikimilano.it/wiki/Luca_Levati