La strana vicenda dei costruttori e della Procura di Milano

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Di Fabio Massa

Sta succedendo qualcosa di molto particolare, a Milano. Non è qualcosa di locale. E’ qualcosa di molto, molto nazionale. Perché quello che accade in Procura a Milano ha un significato enorme per il resto d’Italia. Basti guardare che cosa è successo dopo Mani Pulite. La premessa è che Milano è the place to be. Il posto desiderato. Desiderato dagli stranieri, dagli studenti fuorisede, desiderato dagli italiani, desiderato dai milanesi. C’è poco da dire. La città tira. E visto che la città tira, l’occupazione è piena, i terreni acquisiscono valore, gli immobili schizzano alle stelle e neppure con i tassi che si sono impennati si vedono veri e significativi cali nella domanda. Questo è, e con questo bisogna confrontarsi. Bisogna confrontarsi con una realtà che è sempre più difficile per il divario che si sta creando tra dentro e fuori, tra centro e periferia, tra luoghi raggiunti da una linea della metropolitana, che tra qualche anno varranno oro (e i proprietari lo sanno), e luoghi nei quali quella metropolitana non arriva. Ora, in questo clima, ci sono gli uffici del Comune. Che sono oberati di lavoro. E che – soprattutto – si trovano con una legislazione nazionale divergente da quella regionale, che tuttavia in materia di urbanistica è superiore. Dunque, che cosa fanno gli uffici? Seguono le norme regionali. Che cosa fa la procura – tanto per semplificare? Vuole che seguano quelle nazionali. Risultato? Indagini su tutti. Ora, si può richiedere – e lo si deve richiedere con più forza – che un funzionario faccia il suo lavoro, e lo faccia celermente. Non si può richiedere che sia come san Sebastiano, pronto ad essere trafitto da mille frecce. Così è. E non si può richiedergli di essere raggiunto da un avviso di garanzia perché le norme non sono chiare. Vien da chiedersi per quale motivo questa vicenda non la risolva la politica, che è deputata a farlo, e perché i magistrati – lato loro, si stiano occupando di questa cosa. Ma purtroppo è così: il potere ha i vasi comunicanti. Se un vaso rimane vuoto, c’è quello di fianco che subito lo inonda. E non è un bene.

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