Quanto è ipocrita dire che l’albero di Gucci è brutto (anche se lo è)

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Di Fabio Massa

Tutti a parlare di quanto è brutto l’albero di Natale di Gucci in Galleria Vittorio Emanuele. Eppure, se agli stessi pseudoinfluencer che si credono magistri elegantiarum, chiedessimo quale sia il significato dell’albero mica dubito che potrebbero dare una risposta. Anzi, c’è da dire che non lo sa quasi nessuno. Un po’ perché ci sono varie teorie, dai Druidi ai cristiani che lo adottano perché essendo a forma triangolare rappresenterebbe la santa trinità, dalla contessa che pensava fosse un abbellimento per un angolo vuoto al fatto che sul Baltico ci ballavano sotto gli uomini e le donne non sposati per trovare un’anima gemella. Ma fatto fuori il folklore, e precisato che per me – esteticamente – l’albero di Gucci è un obbrobrio d’altri tempi, l’albero di Natale in Galleria e pure in Piazza Duomo va preso per quel che è: un modo per gli sponsor di mettersi in mostra e per la città di guadagnare un bel po’ di soldi. Poi certo, evitare di fare figuracce come l’ormai mitologico Spelacchio a Roma (ma quanto sono belli i soprannomi dei romani?), sarebbe cosa buona e giusta. Al massimo ci sarebbe da chiedersi se una piazza come piazza Duomo o come la Galleria debbano essere il luogo per certe pacchianate. Ma vedendo i maxischermi che ormai circondano la Cattedrale di Milano da decine d’anni direi che forse pure la Curia ha sdoganato la pubblicità invasiva. E allora, perché scandalizzarsi per un albero di Gucci?

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