Un solo tema per le Europee: l’abolizione del trattato di Dublino

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Di Fabio Massa

La questione dei migranti è stagionale. In questa stagione, il bel tempo e il mare calmo favoriscono gli sbarchi. Arrivano, e affollano Lampedusa e gli altri punti di sbarco. Non è un affollamento turistico: si tratta di veri e propri piccoli lager, con morti piccole e grandi, in mare o a terra. Troppa gente, troppa poca igiene, contenimento e quindi di fatto prigione. Siamo meglio dei libici, ma non di molto. Perché una prigione è una prigione, che sia quella tremenda e disumana della Libia o quella di Lampedusa. La situazione peggiorerà, perché ci sono centinaia di barchini che stanno arrivando. Non è un complotto internazionale, come ipotizza Salvini. Semplicemente è il bel tempo. Tra qualche mese il grande flusso cesserà. E i migranti si disperderanno nel Paese, nelle varie città. Ci saranno altre emergenze, perché le frontiere con Francia e Germania di fatto sono difficoltose da passare, e molti di questi migranti rimarranno ad affollare i marciapiedi delle nostre città, preda della malavita o dello schiavismo. L’attenzione agli sbarchi scemerà con l’inverno, e il problema, in Europa, si assopirà perché l’emergenza dei soccorsi sarà passata, anche quest’anno. Verrà dimenticata la piccola vittima deceduta in mare, la catastrofe degli annegamenti, i nostri fallimenti come civiltà e come esseri umani. L’Europa dimenticherà, e il problema resterà solo dello Stato che – per il Trattato di Dublino – deve identificare i migranti, cioè l’Italia. Perché il punto è tutto là. Non si tratta di persone che partono con il passaporto e la carta d’imbarco. Sono povera gente, disperati, che lasciano paesi d’origine in cui c’è la guerra, c’è la fame, c’è la siccità. Non si sa chi siano, né quanti anni abbiano. E l’Europa, grazie alla burocrazia, chiede all’Italia di accertare chi siano queste persone, che spesso rimangono libere di delinquere in Italia proprio perché non hanno neppure un nome certo, figurarsi l’età, prima di permettere loro di passare le frontiere e andare in Francia, Germania, paesi nordici. Di fatto il trattato di Dublino ha fatto diventare l’Italia una grande prigione. Una situazione tremenda, dalla quale il nostro governo ha pensato di uscire facendo sgattaiolare fuori un po’ tutti, che siano identificati o no, in barba al trattato di Dublino. Chiudiamo gli occhi e via. Ma non si fa così, però. Si fa una battaglia in Europa. Anche perché le Europee sono vicine, e questo non può che essere il tema principale della prossima campagna elettorale.

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