Fabio Massa

La situazione è sempre più lunare. Succede questo a Milano. Una studentessa si mette a protestare per il caro affitti dormendo in tenda fuori dalla sua università. (A proposito: brava Charlotte Matteini che per prima ha raccontato la notizia. Non bravi quelli che l’hanno copiata senza citare.) E’ giusto? E’ sbagliato? Questo interessa poco, perché il problema degli affitti a Milano esiste. Ora, il mercato degli affitti è regolato dalla domanda e dall’offerta. A Milano ci sono affitti assurdi perché la domanda è incredibile. Ed è incredibile perché la città è diventata attrattiva in modo assurdo (e questo è un bene) per la qualità delle sue università e delle sue scuole. Quindi gli studenti stranieri arrivano, arrivano da tutta Italia gli italiani, e il mercato esplode. E’ quello che gli inglesi chiamano “happy problem”, ma è comunque un problema. E chi deve risolverlo questo problema? Come al solito, in Italia ci sono sempre almeno tre livelli (e dunque un discreto scaricabarile), per ogni cosa. Sicuramente la competenza urbanistica, il che vuol dire che si autorizza residenziale piuttosto che uffici, piuttosto che parchi, è del Comune. Se ci sono poche case, la domanda è alta. Se la domanda è alta, il prezzo cresce. Il Comune non le può costruire, ma le può autorizzare. Il Comune può autorizzare la costruzione di studentati, che solo negli ultimi anni, con colpevole ritardo, sono diventati una priorità per chi progetta la città. Di studentati, 10 anni fa, non se ne sentiva parlare quasi per nulla. La Regione ha la competenza sulle case popolari, che però in questo caso della studentessa non c’entrano: le case sfitte per i bassi redditi si applicano alle famiglie, non c’è spazio per altri. Ci sarebbe poi lo Stato, che sulla casa ha sempre avuto una gestione che dir frammentaria è poco: nessun governo ha mai avuto un ministero alla Casa, o alle politiche abitative. Le funzioni sono sempre state scorporate e buttate qua e là, con conseguente confusione. C’è però una certezza: il settore pubblico non può obbligare nessun privato ad affittare le case a canone calmierato, il Comune, lo Stato o la Regione non possono imporre a nessuno di costruire case per gli studenti. Se vogliono, possono edificarle loro, ma in Italia i privati – e giustamente, vivaddio! – non si possono obbligare. Al massimo si possono convincere grazie a sgravi, o ad altri incentivi. Ed è qui che la responsabilità del Comune è più importante. Ora, non ci sarebbe neppure bisogno di dirlo, ma la visita alla studentessa ieri di Pierfrancesco Majorino, con conseguente telefonata di Elly Schlein, impone di osservare – sommessamente – che il Comune attualmente non è governato dal centrodestra, ma da oltre 10 anni dal centrosinistra, di cui lo stesso Majorino è parte, oltre ad essere stato pure membro di giunta alcuni anni fa. Pare lunare che lo stesso Majorino vada a portare la sua solidarietà a una studentessa che protesta contro una situazione che ha una sua quota, non completa ovviamente, di responsabilità nell’attuale situazione. A pensar male si potrebbe dire che è propaganda. A pensar bene, che è attenzione a un problema concreto. Noi pensiamo bene, ma forse facciamo peccato lo stesso.

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