Che noia che barba queste regionali lombarde. Il commento

C’è qualcosa (anzi: tutto) di noioso in questa campagna elettorale per le regionali. Qualcosa di profondamente noioso. Letargico. Qualcosa che puzza di trito e ritrito. Nessun guizzo, nessuno scatto. Pierfrancesco Majorino fa quel che era lecito aspettarsi: criticare.

L’idea di base è che la Lombardia deve cambiare totalmente

E deve cambiare totalmente perché le cose non funzionano. E le cose non funzionano – nel sillogismo – perché la destra le ha gestite male per 28 anni. E avanza proposte. Anche Attilio Fontana fa quel che era lecito aspettarsi: ribadire il buongoverno. L’idea di base è che la Lombardia è il posto più avanzato d’Italia. E che è il posto più avanzato d’Italia certamente per la sua gente ma anche perché la politica, da 28 anni, ha saputo stare accanto a questo sforzo collettivo e in parte guidarlo. E avanza proposte.

Letizia Moratti, anche lei fa quel che era lecito aspettarsi

Letizia Moratti, anche lei fa quel che era lecito aspettarsi: dire che vuole cambiare solo quello che non va. Del resto non può dire che vuole cambiare tutto, perché è stata in maggioranza fino a pochi mesi fa, e non può dire che non bisogna cambiare niente altrimenti uno vota Fontana che è la continuità. E avanza proposte. Tutti e tre vanno avanti secondo uno schema che l’elettore, anche inconsciamente, saprebbe spiegare prima ancora che aprano bocca. La fase delle proposte viene percepita poco e anche nulla perché è sovrastata dalle tre impostazioni di partenza: rivoluzione, conferma, critica.

 

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