Mi hanno sempre fatto impressione quelli che promettono decisioni drastiche e definitive sulla loro vita. Perché le vite sono strane, veloci, lente, piene di intoppi e imprevisti. Come si fa a dire: a 50 anni smetto di fare il giornalista e vado a fare l’arrotino? Mica funziona così, perché magari a 49 anni ti arriva l’occasione della vita o non c’hai più voglia di onorare quella promessa. Ovviamente ho fatto un esempio stupido. Ma pensateci un attimino. Nel 2008 Walter Veltroni aveva detto che avrebbe mollato tutto e se ne sarebbe andato in Africa. Ci è andato? Sì, per un periodo breve. Ha mollato tutto? Macchè. Sta ancora là, in politica, e pensano addirittura di candidarlo a presidente della Repubblica. Anni dopo Veltroni ci fu Renzi: se perdo non mi vedrete più, mi dimetto da tutto. Perse il referendum ed è ancora là, là nel mezzo, con un partito in difficoltà. Pure la Boschi disse la stessa cosa: è stata eletta in Alto Adige (ma che c’azzecca? Boh). Letta ha detto che se ne sarebbe andato, e se ne è andato, poco sereno. Ma comunque nel dibattito politico ha sempre tenuto un piede. Nel 2014 Grillo diceva che se ne sarebbe andato dalla politica se avesse perso le europee. Le perse, ma comunque è ancora là. Ora, uscendo dal mondo della politica, recentemente sono state le nuove superstar della televisione e dei social a dire: “Basta, mollo tutto”. Il 9 giugno Ilaria Capua, virologa, diceva al Corriere di avere una road map per allontanarsi dai media. L’ultima intervista a La7 l’ha rilasciata tre giorni fa. Si vede che è una road map lunghina. E poi c’è Roberto Burioni, che è il motivo per cui l’ho presa così larga. L’8 giugno diceva che voleva tornare alla sua aula universitaria, e che non avrebbe rilasciato dichiarazioni. E’ entrato in silenzio stampa, hanno titolato tutti. Neanche 24 ore fa è tornato. Per dirci che “le cose si mettono male”. E io, qualche gesto scaramantico apotropaico l’ho fatto, francamente, mentre mi veniva in mente il Duca Conte Ing. mega direttore di Fantozzi che lo apostrofava al Casinò: “Vada via, menagramo d’un menagramo”.

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