Ehi, ci sono ancora.

Non siamo spariti, ci siamo solo presi tre giorni per il convegno IDN2018, Persone che hanno qualcosa da dire. Un momento di riflessione che ha visto parlare il vicepremier Salvini, il ministro Stefani, due viciministri, un sottosegretario, due governatori (Fontana e Fedriga). Insomma, roba grossa. Un momento nel quale dibattere. Ve ne ho parlato spesso, prima. Ora è finita, e ci mettiamo al lavoro per la prossima edizione. Intanto però la realtà è qui, sotto gli occhi di tutti. Una realtà nella quale si parla di abolire la prescrizione e poi succede, come racconta oggi Luca Fazzo su Il Giornale, che un avvocato ultrasettantenne venga condannato in tutti i gradi di giudizio (il che vuol dire una valanga di giudici, cancellieri e tutto il resto) per aver fatto il gesto “ti faccio un paiolo così” a un giudice, che però dichiara di non averlo visto, e l’avvocato stesso ovviamente di non averlo mai fatto. Ripeto: c’è un avvocato a Como che pare abbia fatto un gestaccio a un giudice che non l’ha manco visto, e per questo ci sono stati tre gradi di giudizio per arrivare a una sentenza sospesa (che vuol dire che non succede niente). La giustizia italiana impegnata per un gesto che se fosse un talk show sarebbe quasi un complimento, e che soprattutto non è stato visto da nessuno. E’ un caso piccolo? Certo che è un caso piccolo. Ma sono le migliaia di cazzate di questo tipo che uccidono il sistema giudiziario in Italia. Migliaia. Liti di condominio, querele pretestuose, piccoli granelli di sabbia che letteralmente spaccano gli ingranaggi e grippano il motore. Che creano ingiustizia.

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