La mia università, e ci sono legato. Lo dico subito così non corro il rischio di essere frainteso. Non sono un particolare estimatore, né un nemico, dell’ex rettore Vago. Ha fatto cose buone, e anche cose cattive. Ma di certo ha svecchiato quello che era ed è sempre stato un carrozzone di inefficienza. Me lo ricordo bene: proiettato nell’800 invece che nel terzo millennio. Almeno adesso è diventato un posto decoroso, anche se da fare c’è moltissimo. Ora, il nuovo rettore Elio Franzini, che ho avuto la ventura di avere pure come professore di filosofia, peraltro positivamente, ha annunciato due cose che mi fanno letteralmente imbufalire. La prima è che sul trasferimento di città studi deve “fare i conti”. Come se, dopo che il suo predecessore ha firmato carte e carteggi, fatto conteggi, sistemato ogni cosa, lui potessi dire: no, si torna indietro. Ok, e i danni dal fatto che un progetto milionario non si fa più chi li paga? Esiste una Corte dei Conti? Perché se esistesse, come esiste per i politici, capirebbe che il rischio è che li debba pagare lui di tasca sua. Starebbe più attento. A meno che, come lo dipinge qualcuno, lui non sia un magnifico martire che con la politica non c’entra niente e che anzi è l’erede della migliore tradizione dei civil servant. Forse lo è. Intanto però, e questa è la seconda cosa che abbiamo appreso ieri, è che ha nominato prorettore vicario Maria Pia Abbacchio. E chi è costei? E’ quella che era candidata contro Franzini, che poi si è ritirata e ha sostenuto Franzini, e che ora è stata premiata con il posto di vice. Ricorda qualcosa? Forse un meccanismo prettamente politico? Allora, prima di sputare sui politici e poi fare come loro, si consiglia coerenza. Grazie. La verità è che il mondo delle università andrebbe rivoltato come un calzino, perché là si annidano i baroni e i privilegi, e al contempo gli schiavi assistenti universitari e le povere pecore, gli studenti, che devono solo subire passivi. Arriverà anche il loro tempo, ma come tutti gli spurghi, sarà un momento di cambiamento violento e ingiusto. E poi tutti piangeranno, poveri cretini. A domani!

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