Addio a PAT TORPEY, batterista storico dei MR BIG

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Pat Torpey, batterista e membro fondatore dei MR. BIG, da mercoledì 7 Febbraio 2018 non è più con noi. A portarlo via alcune improvvise complicazioni legate al Morbo di Parkinson, malattia che lo aveva purtroppo colpito da alcuni anni, costringendolo piano piano a smettere di suonare. Aveva 64 anni. A dare notizia della sua scomparsa è stata la stessa band attraverso un post ufficiale e accorato, sul sito e su Facebook. Ancora non si conoscono dettagli relativi alla funzione funebre ma famiglia (lascia la moglie Karen e un figlio, Patrick Jr), band e management chiedono il rispetto della privacy in questo momento di dolore immenso.

Massimo rispetto e tanto di cappello ai Mr Big che, nonostante la situazione complessa, non hanno mai smesso di stargli vicino e di coinvolgerlo nelle attività del gruppo, tour compresi. All’inno di No Man Left Behind” – il motto eterno della Marina Militare Americana che i Mr Big hanno fatto proprio – Pat non è mai stato messo da parte! L’ultima volta che abbiamo visto Pat in Italia risale al 12 Novembre 2017, in occasione del concerto dei Mr Big al Live Club di Trezzo sull’Adda, serata che rimarrà nella storia: alla batteria con la band c’era Matt Starr, eppure come spesso accadeva dal 2014, Pat è salito sul palco per alcuni brani, accompagnando Eric, Billy e Paul alle percussioni e ai cori (i Mr Big sono rinomati da sempre anche per le loro preziose armonie vocali a quattro voci, e Pat aveva una voce bellissima); Pat si era poi seduto anche dietro la batteriacommosso dallo scroscio di applausi riservatogli dal pubblico italiano – per la performance toccante della hit “Just Take My Heart”, come faceva di consueto anche dopo la malattia. Come ripeteva spesso, “è la carica del pubblico e l’affetto dei miei amici a nutrirmi di energia e darmi la forza per andare avanti”.

Ha dichiarato il bassista e compare Billy Sheehan col cuore gonfio: Pat è stato il mio più caro amico, nella musica come nella vita, per oltre 30 anni, come un fratello per me. Pat era un talento, uno dei più grandi batteristi al mondo, ma era soprattutto una delle persone migliori che io abbia mai conosciuto sotto il profilo umano. È stato un privilegio, un onore condividere la mia vita con lui. Tutti noi della band lo abbiamo rispettato e ammirato fino all’ultimo respiro. Ti voglio bene Pat, hai contribuito a rendere questo mondo un posto migliore col tuo sorriso, le tue buone maniere e la tua musica. Ci mancherai, non ti dimenticheremo mai”.

Il cantante Eric Martin ha definito Torpey “…una vera forza della natura! Temperamento forte, personalità, carattere, coraggio, un uomo di grande intelligenza e spirito… un grande batterista e un grande motivatore che ha ispirato molto la nostra band e tante persone là fuori, fino all’ultimo”.

Pat Torpey si era avvicinato alla batteria alla tenera età di 7 anni, letteralmente folgorato dal ritmo di una band di polka, incrociata per caso durante un picnic domenicale con la famiglia, nella sua Cleveland. “Mi nascosi dietro al batterista osservandolo con gli occhi sgranati per tutto il tempo”, ricordava spesso Pat. “La batteria è gioia suprema per me, dedizione e divertimento puro. E quella sensazione non è mai cambiata per me, mi accompagna da quel lontano primo giorno… Dissi subito a mia madre: ‘ora so cosa farò da grande: voglio suonare la batteria!’. Ed è esattamente quello che ho fatto… Conservo ancora le mie prime bacchette, due legnetti che quel giorno avevo trovato nel bosco e su cui avevo inciso il mio nome… una specie di talismano per me, la promessa di un sogno che si è poi realizzato, come sempre accade quando ci si crede davvero, fino in fondo…”. Anche dopo essere stato colpito duramente dalla malattia, Pat non aveva mai smesso di credere in se stesso, e non aveva mai perso il suo bel sorriso: “Combatterò il Parkinson finché avrò vita, con la stessa tenacia ed intensità che ho sempre messo nel mio modo di suonare. E continuerò a restare in attività al massimo delle mie possibilità”.

Pat aveva una formazione prevalentemente rock ma adorava anche il jazz. John Bonham, Keith Moon, Buddy Rich, Dave Weckl e Steve Gadd tra i suoi principali punti di riferimento, era un musicista di ampie vedute: Ascolto di tutto, dagli ABBA agli AC/DC!”, diceva. “Tra i miei ascolti preferiti ci sono Led Zeppelin, The Who, Rolling Stones, Beatles… ah, quanto adoro la voce di Paul McCartney e il suo magnifico genio musicale! Ecco, per me la chiave di tutto sta proprio nella curiosità, nella voglia di esplorare costantemente: per questo i Mr Big sono da sempre la mia dimora artistica preferita, una band che può passare da ‘Addicted To That Rush’ a ‘To Be With You’ con naturalezza, senza fossilizzarsi in categorizzazioni limitanti e senza al tempo stesso mai perdere di credibilità”.

I MR BIG all’apice della carriera nel 1992 (Pat Torpey, Paul Gilbert, Billy Sheehan, Eric Martin)

I Mr Big (battezzati dall’omonimo brano dei Free che hanno poi inciso come cover nel 1993) dal 1988 hanno pubblicato 9 album e venduto milioni di dischi sul mercato internazionale. Su 7 di quegli album ha suonato anche Pat con il suo inconfodibile stile, coinvolto poi in qualità di “drum producer” sugli ultimi due dischi (“…The Stories We Could Tell” e “Defying Gravity”, entrambi recentemente editi da Frontiers Music), di modo che venisse garantita una certa continuità ritmica, di suono e di spirito. La loro hit più famosa resta l’irresistibile ballad To Be With You”, tratta dall’album multiplatino Lean Into It” e arrivata al N.1 in classifica in 15 Paesi del mondo nel 1992. Torpey aveva realizzato per il solo mercato giapponese (nell’Est asiatico era popolarissimo) anche due album da solista, in cui si era impegnato perfino in veste di cantante principale: “Odd Man Out” (1998) e “Y2K” (1999).

I suoi due metodi didattici per batteria sono tra i più venduti di sempre.

Torpey durante la sua carriera aveva suonato anche con Robert Plant, The Knack, Montrose, Ted Nugent, David Lee Roth, Impellitteri, Niacin, Richie Kotzen (che per un breve periodo ha anche fatto parte dei Mr Big) e Belinda Carlisle, sia dal vivo che in studio. Ad elogiarlo per le sue eleganti qualità e originali abilità si era espresso perfino Sua Maestà Batteristica, il Maestro Neil Peart (Rush), definendo gli spettacolari pattern di Torpey “di una rara bellezza tecnicamente-musicale”.

R.I.P. ad un altra stella della musica rock che si è spenta troppo presto…

 

 

 

 

 

 

 

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