C’era una volta il senso del pudore, e dopo le testate di ieri ci occupiamo di un tema decisamente più leggero. Allora, l’altro giorno mi appare in bacheca di Facebook questo post: “Ho preso una multa il 28 agosto perché ho percorso credo 10 metri di corsie preferenziali di fianco alla centrale, in piazza 4 novembre, in quel dedalo di incomprensibili e indecifrabili sensi riservati e non”. Poi c’è tutta la recriminazione: “Non uso mai l’auto”, “Sono andato a prendere due signore 80enni”, “Pagherò certamente come mio dovere la multa”. E infine il colpo: “Ma sfido gli esperti di viabilità ad arrivare lì per la prima volta e capire dove si può andare e dove no”. Un po’ più sotto, un altro commenta: “Io l’ho presa a luglio. Via Fermi. Andavo a 77 km orari, meno 5 di tolleranza, quindi 72 con il limite a 70. Ho già pagato, pazienza. Speriamo nella precisione degli strumenti di rilevazione della velocità”. Ora, se questi due fossero due persone “normali”, capiremmo gli sfoghi. Il secondo, che è ascrivibile ad Andrea Fanzago, è peraltro abbastanza innocente. Un po’ bar sport, per dirsela tutta, ma senza cattiveria. Il primo, invece, merita una riflessione. Perché lo scrive un consigliere comunale di nome Carlo Monguzzi. Partito Democratico, ex verde, ex recordman di anni in Regione. Io non mi esprimo sulla sua perizia nel manovrare dalle parti della stazione centrale. Ma invece di fare un post su Facebook, essendo lui un rappresentante dei cittadini a Palazzo Marino, avrebbe fatto meglio a sollecitare un intervento della giunta, o del settore viabilità. Altrimenti per quale motivo viene pagato?

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