Cibo, accordo anti sprechi in Lombardia

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Accordo anti sprechi tra Regione Lombardia e Federdistribuzione. “Per dare l’idea del fenomeno – ha ricordato l’assessore all’Ambiente e Sviluppo sostenibile Claudia Terzi – basti pensare che il valore economico del cibo sprecato a livello globale si aggira intorno ai 1.000 miliardi di dollari/anno, e solo in Italia ammonta a 12 miliardi di euro/anno, in aumento secondo i dati diffusi dal Codacons la scorsa settimana. Nel corso del 2017 ogni singola famiglia italiana avra’ gettato in media nella spazzatura circa 500 euro di alimenti – ha proseguito la titolare lombarda all’Ambiente -:  41,6 euro al mese di frutta, verdura, pane, bevande, carne e altri generi di cibo che ogni nucleo familiare spreca immotivatamente. Ma lo spreco in ambito alimentare – ha fatto presente – coinvolge anche industria, agricoltura, e distribuzione, portando il conto finale a oltre 15 miliardi di euro: lo 0,94 per cento del Pil che ogni anno finisce letteralmente nella spazzatura comportando effetti nefasti non solo sull’economia, ma anche sull’ambiente, in termini di emissioni globali di gas serra. Si stima che il cibo sprecato ogni anno nel mondo e’ responsabile dell’immissione in atmosfera di circa 3,3 miliardi di tonnellate di CO2 equivalente (CO2eq)”. Dopo la sottoscrizione di un accordo con la Gdo e le onlus, in 12 mesi di progetto sono state recuperate 830,5 tonnellate di alimenti la meta’ raccolte dal Banco alimentare presso
Ortomercato di Milano. Abbiamo calcolato che 1.661.000 pasti sono stati erogati recuperando cibo che sarebbe andato sprecato e sarebbe costato per lo smaltimento ulteriormente, con un valore economico complessivo di 2 milioni e 750 mila euro”.
Il Protocollo d’intesa – rinnovabile e di durata biennale –  promuove la collaborazione tra i soggetti firmatari, in primis tra Regione Lombardia e Federdistribuzione, con la finalita’ di promuovere forme di sostegno a persone indigenti, attraverso il recupero e la donazione delle eccedenze alimentari (prodotti non piu’ commercializzabili ma ancora commestibili) ad enti assistenziali e caritativi; promuovere la riduzione in proporzione dei quantitativi di rifiuti prodotti e, di conseguenza, i relativi costi economici, sociali ed ambientali di smaltimento degli stessi; proporre meccanismi premiali (tra cui la riduzione della tariffa comunale sui rifiuti) a favore degli operatori economici che donano le proprie eccedenze, anziche’ destinarle a rifiuto; diffondere la cultura dell’importanza di ridurre lo spreco alimentare; comunicare e divulgare i risultati e le best practices che ne deriveranno.
(Lnews)

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