Mentre infuria la terza ondata, finalmente anche Matteo Salvini una cosa chiara – che da queste parti affermiamo da tempo – l’ha voluta dire. Ovvero che sui vaccini la struttura tecnica ha problematiche importanti. Ovvero che ci sono dirigenti che non fanno il loro lavoro. A dir la verità, che Lombardia Informatica, confluita poi in Aria, avesse problemi ben profondi, lo si sapeva da tempo. Non è un caso che fosse stata accorpata ad Arca e Infrastrutture Lombarde, e non fosse più qualcosa di indipendente. Lombardia Informatica, è bene dirlo perché magari qualcuno rischia di scordarselo, era il feudo di Ignazio La Russa, il numero uno di An a Milano. Ricordate i call center da Paternò? Ecco, quella roba là. Qualunque fornitore sapeva e sa perfettamente che cosa vuol dire confrontarsi con la struttura informatica della Regione. Fatevi un giro dentro la piattaforma per gli appalti. Volete un esempio? Vi fanno caricare tutta la documentazione del mondo, per creare un profilo aziendale. Poi, però, ogni volta che si partecipa a una qualunque selezione, bisogna ricaricare tutto. E allora, uno si chiede, a che serve avere un profilo centralizzato? Ma è tutto così, una via crucis di firme elettroniche, tonnellate di documenti. Del resto, non è una novità di oggi. E’ sempre stato così. Era così anche per la tesserina sanitaria elettronica. La Lombardia è stata la prima ad introdurla, e con essa una valanga di disservizi, se vi ricordate. Questa verità la conoscono i fornitori, da anni. La conoscono i consiglieri, da anni. E adesso – inevitabilmente – la conoscono anche i cittadini. Il problema è che a qualcuno bisognerebbe chiedere conto, e non si tratta dei nuovi vertici (ma che volete che facciano un presidente e un direttore generale? I miracoli?), ma di chi ha incrostato una struttura per anni, talmente profondamente da risultare una mission impossibile per chiunque renderla efficiente.

Print Friendly, PDF & Email