Il cortocircuito del giornalismo italiano (e inglese)

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Di Fabio Massa

Parliamo di come funziona il giornalismo italiano, e un po’ anche quello inglese. Oggi leggo sui giornali italiani che la Svezia ha tagliato i fondi per la lotta al cambiamento climatico. La notizia è particolarmente rilevante perché evocativa. La Svezia è infatti il paese di origine di Greta Thunberg, la giovane che ha acceso un faro gigante sul tema ambientale. Insomma, fa scalpore che la Svezia abbia tagliato, proprio lei, i fondi per la transizione energetica. Fin qui, niente di sbagliato a dare la notizia. Vado avanti, e leggo con più attenzione. Il taglio è stato di 259 milioni di corone, ovvero… 19 milioni di sterline, quindi 22 milioni di euro malcontati. Avrò letto male: 22 milioni di euro sono veramente poca cosa. Noccioline. Un governo che decide di investire come ha fatto la Svezia sulla lotta al cambiamento climatico lo fa in centinaia di milioni, se non miliardi, di euro. Non in decine di milioni. Invece vado a controllare il pezzo del Guardian che ne parla e sono davvero 22 milioni di euro. Quindi, un giornale inglese parla di un provvedimento svedese con una cifra davvero strana. Da dove è ricavata? Non si capisce bene, cercando sul web. Anche i giornali svedesi non ne parlano, almeno nelle prime pagine. Potrebbe essere che si tratti di un taglio al budget del Consiglio svedese per la ricerca. Di quanto? Molto poco. Del 2 per cento. E allora c’è da chiedersi: perché in Italia rimbalza una notizia del Guardian sulla Svezia, che dà addosso al governo di quel Paese da sempre all’avanguardia nelle politiche ambientali? Lo si capisce leggendo il resto. Il governo svedese da un anno è di destra. Ecco, a questo punto è tutto chiaro.

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