Allora, il problema della manutenzione viene sempre fuori quando muore qualcuno. E’ un fatto. A volte quel qualcuno se la va a cercare, beninteso. Tipo il ragazzo che per farsi un selfie è cascato ed è morto. In altri casi, invece, sono state tragedie. Come sul ponte Morandi. Ma non c’è solo quello. Sapete che i motociclisti spesso muoiono perché i guard rail di tutta Italia hanno i bordi taglienti e se uno con una tuta gli finisce sopra rischia di ferirsi talmente gravemente da non riuscire ad aspettare l’ambulanza? Certo, basterebbe sostituirli. Ma non si fa, perché costa soldi. Sapete che i ponti di mezza Italia potrebbero crollare, e così le massicciate delle provinciali, e così una infinità di opere pubbliche? Beh, è ovvio: sono state tagliate le province (e tra l’altro non si è manco risparmiato), chi si fa carico della manutenzione delle provinciali. E le scuole? Costruite con il culo negli anni 60 e 70, adesso crollano a pezzi. Ma la cosa che mi fa più impazzire siamo noi cosìddetti giovani. Allora qui abbiamo un Paese nel quale la generazione dei nati nel 40 e 50 ha costruito infrastrutture schifose negli anni 60 e 70. Non di certo paragonabili a quelle fatte prima, più belle e più resistenti. Hanno creato i ghetti delle Vele, di Rozzano, delle case popolari tirate su come funghi. Si sono mangiati l’Italia con il debito pubblico, facendolo lievitare per tutti gli anni 70 e 80. E adesso loro dicono a noi che dobbiamo fare tagli, che dobbiamo curare la manutenzione, che insomma questo Paese va messo in sicurezza. E noi, se non vogliamo essere pirla come loro, dobbiamo pure farlo, per dire la verità. Il problema è che noi, se non fossimo proprio scemi, un bel calcio nel culo e un bel “state zitti” non dovremmo risparmiarglieli…

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