C’è chi vede l’insegna Generali e non il palazzo sotto

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Di Fabio Massa
Riassunto della notizia di ieri: la grandissima insegna di Generali, che si vede da decine di chilometri di distanza, su uno dei tre grattacieli più alti di Milano, si affloscia su se stessa. Non cade (fortunatamente), ma si affloscia. Fine della notizia. La foto è oggettivamente tanta roba. E immediatamente, in questo tempo nel quale tutto viene interpretato, quella foto viene letta come un simbolo. Vado a citare una esponente di sinistra, Elena Comelli: “Non è crollata solo l’insegna Generali, è collassato il modello Milano, sfiancato dalla sua stessa fame di cemento”. Eppure proprio quel modello Milano è quello che ha fatto vincere la sinistra per la prima volta dopo 15 a Milano, una quindicina d’anni fa. Quel modello Milano proposto da un Pd non più ideologico che si sposò alla rivoluzione arancione sui diritti. Fu una accoppiata importante e intelligente, perché andava nella direzione che stavano percorrendo tutte le grandi città: radicali sui diritti, propense allo sviluppo e non alla conservazione. Ora si mette in discussione tutto, usando come simbolo una insegna che cade e si affloscia, senza considerare che rimane in piedi, bello svettante, il palazzo sotto quella insegna, vero lascito di una stagione di successi. A dirla tutta, anche troppi…

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