Ode a Luca Paladini

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Di Fabio Massa

Luca Paladini è un consigliere regionale. Non sempre sono d’accordo con lui, ma di una cosa gli devo rendere onore e merito: ha il coraggio delle proprie posizioni. Merce rara, in un mondo – quello del consiglio regionale e non solo – dove le posizioni tattiche sono più importanti delle idee e delle strategie. Luca Paladini è da anni la figura forse più riconoscibile e rappresentativa dei “Sentinelli”. Ed è, ovviamente, una delle figure chiave del gay pride che ogni anno si tiene a Milano. Quest’anno però lui non sfilerà nella sua città, ma a casa di Orban, in quell’Ungheria che ha vietato il gay pride. Ora, io sono convinto che si debba essere radicali sui diritti, se si è veri liberali. E che se è vero che ogni Paese è libero di darsi la legislazione che vuole, è anche vero che si è liberi di contestare, di dire che certe cose sono sbagliate, di affermare con gesti pacifici le proprie convinzioni. Non andando con una chiave inglese a picchiare, occupando le case, come ha fatto (occupare le case) l’europarlamentare Salis, che poi chiede l’immunità al parlamento europeo. Bisogna avere il coraggio delle proprie posizioni e la forza di portarle avanti pacificamente. Ecco, tutto questo Luca Paladini ce l’ha, quando parla di diritti. Ed è per questo che ha preso una valanga di voti alle ultime Regionali: perché non ha paura. In un mondo di pavidi e serpi, è moltissimo.

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