“E’ logico-fattuale che l’impronta sulla parete delle scale appartenga all’assassino”. Lo scrivevano i carabinieri del Nucleo investigativo di Milano in un’annotazione del luglio 2020, parlando di quel “contatto papillare numero 33”, ossia dell’impronta del palmo di una mano che, all’epoca delle prime indagini sull’omicidio di Garlasco del 2007, era stata definita “totalmente inutile ad un esame dattiloscopico”. Impronta che ora, nelle nuove indagini su Andrea Sempio e attraverso una consulenza disposta dai pm di Pavia, è stata attribuita all’amico del fratello di Chiara Poggi. Oggi oltre a Sempio che non si è presentato all’interrogatorio in Procura è stato sentito anche Alberto Stasi il quale ha detto che non conosceva Andrea Sempio, non l’aveva mai visto, non sapeva che faccia avesse. Lo ha spiegato lo stesso Stasi, condannato in via definitiva per l’omicidio della fidanzata Chiara Poggi, sentito come teste, assistito dai legali Giada Bocellari e Antonio De Rensis, nella nuova inchiesta a carico dell’amico del fratello di Chiara. L’interrogatorio ha trattato più temi tra cui la ricostruzione delle ore prima dell’omicidio e della sera prima. Ad Alberto, nel chiedergli se sapesse se Sempio frequentava la villetta e quali zone, sarebbe stato fatto presente di quell’impronta palmare che, secondo una consulenza dei pm, è di Sempio.
Delitto di Garlasco, un’impronta di Andrea Sempio accanto al cadavere di Chiara
Al Tg1 la rivelazione del contenuto di una perizia disposta dalla Procura di Pavia. Oggi il 37enne non si è presentato in Procura per essere ascoltato. Sono stati sentiti invece Alberto Stasi e il fratello di Chiara, Marco Poggi.