Remigration Summit, a Milano due manifestazioni contro il raduno di estrema destra

Non è ancora chiaro in quale città si terrà domani il "Remigration Summit" di estrema destra. Forse nel varesotto. "In Italia c'è libertà di esprimersi" ha detto il governatore Fontana. A Milano ci saranno due contro manifestazioni, una in piazza San Babila e l'altra in largo Cairoli.

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Il Remigration Summit, il raduno dell’ultradestra, si dovrebbe tenere domani in Lombardia. Inizialmente era previsto a Milano ma, a quanto pare, la manifestazione sarà in un’altra città, forse nel varesotto.  “Bisogna sicuramente affrontare il problema, parliamone e vedremo”. Così il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana a proposito del raduno.   Fontana ha spiegato che è in programma una riunione, sul tema, ma ha aggiunto di non sapere ancora se sia stata fissata. Secondo indiscrezioni di stampa la riunione si dovrebbe tenere in prefettura a Varese. “In questo Paese grazie al cielo esiste la libertà sia di esprimere il proprio parere, sia di manifestare. Per cui mi sembra che non ci siano problemi. Non vedo sinceramente quali possano essere i problemi” ha aggiunto Fontana.

Intanto a Milano ci saranno delle contromanifestazioni. Saranno due le piazze mobilitate sabato a Milano contro il Remigration Summit. Sono oltre 70 le realtà associative, sindacali e partitiche che hanno aderito alla manifestazione che si terrà alle 14.30 in piazza San Babila mentre si troveranno alle 15 in Largo Cairoli studenti e centri sociali in una “mobilitazione antifascista” per “esprimere la nostra volontà di recarci ovunque si terrà il Remigration Summit. Per loro non c’è spazio né qui né altrove”.
Alla mobilitazione in San Babila ci saranno tra gli altri il Pd, +Europa, Azione, Italia Viva, Sinistra italiana, il M5S, la Cgil, Acli, Anpi, Arcigay. La mobilitazione, spiega una nota delle realtà che hanno aderito, “nasce per difendere i principi costituzionali di uguaglianza, convivenza e democrazia, e per ribadire che Milano non può essere vetrina dell’intolleranza – si legge -. La città ha una lunga storia di resistenza civile e antifascista e non può restare silente di fronte al tentativo di normalizzare parole e pratiche che mettono in discussione i diritti fondamentali”.

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